Così, il tutto va avanti in un clima di tensione generale, almeno fino alle dieci e mezza. Poi, iniziano ad esplodere le bombe carta.
Almeno tre nei pressi di Palazzo Grazioli, qualche scontro isolato, ma niente di più.
La rivolta (retrodatata al 1977), scoppia però alle 13:30 circa, quando si sparge la voce che per tre voti il governo avrebbe mantenuto la fiducia anche alla Camera. In strada si precipitano altri studenti, accompagnati da coetanei dei centri sociali e preceduti dai fumogeni.
Via del Corso, Piazza del Popolo, Via delle Botteghe Oscure e il Pincio diventano dei campi di battaglia. La guerra impropria si combatte con sassi, fumogeni e lacrimogeni, bombe carta, incendi e assalti a sorpresa.
Le strade di accesso ai palazzi del potere sono bloccate da blindati delle forze dell'ordine, i quali prontamente vengono dati alle fiamme dagli "studenti". Sembra di essere a Kabul, non a Roma.
Gli scontri non sono ancora finiti che dall'Italia dei facinorosi arrivano piogge di complimenti. Quei pochi che condannano le gesta violente di idioti in branco viene etichettato come "di destra", come se bisognasse avere una fede politica per condannare la violenza.
Nelle altre città, altri violenti, rinfrancati dalle dirette da Roma, tentano il tutto per tutto: a Milano in mattinata viene assaltata la Borsa al grido di "affaristi, mafiosi", a Bologna alcuni universitari si siedono per strada, a Firenze viene occupato il rettorato.
A fine giornata, in nome di una fede politica, si conteranno oltre trecento auto danneggiate, decine di vetrine distrutte, bancomat e cassonetti dati alle fiamme, oltre a 123 feriti.
Per tutto ciò sono state fermate 41 persone e arrestate 27.
A caos calmo, alcuni dei collettivi difendono gli "studenti":
Avrebbero dovuto fare di più contro questo governo, e poi quelli non sono studenti, ma teppisti
Ora, o vi sono migliaia di teppisti organizzati e pronti all'uso oppure non si spiega come mai quasi ogni agente sia stato pestato singolarmente da un pluralità di persone dotate di casco e manganello.
Sta suscitando clamore una foto, ripresa in tutti i giornali, che ritrae un finanziere a terra, circondato da manifestanti malintenzionati, colpevole solo di aver tirato fuori la sua pistola d'ordinanza, per evitarne il furto. Senza sparare.
Certo è che se i dimostranti avrebbero dovuto fare più danni, mettendo a repentaglio l'incolumità pubblica, allora il finanziere avrebbe dovuto sparare.
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