venerdì 31 dicembre 2010

Un augurio e un appuntamento




Siamo giunti agli sgoccioli di questa giornata, che è l'ultima del 2010 e di questo decennio. Per questo, è un piacevole obbligo fare a tutti gli auguri di un buon anno.
Per iniziare bene il nuovo anno poi, non c'è occasione migliore che cenare tutti insieme con tanta polenta. Quindi, l'appuntamento è per l'8 gennaio, dalle ore 18, nel campetto dell'Abbazia di Poggio Renatico.
Ci congediamo così, almeno per quest'anno e almeno fino alla fine delle feste, augurandovi ancora buon anno e aspettandovi numerosi alla "polentata".

- Il Popolo della Libertà e la Giovane Italia di Poggio Renatico

mercoledì 22 dicembre 2010

Una protesta a favore

In occasione dell'approvazione (in programma in queste ore) al Senato della Riforma Gelmini, i militanti ferraresi di Azione Universitaria e Giovane Italia hanno organizzato una manifestazione goliardica per sostenere il DdL.
Questa manifestazione ha previsto l'occupazione simbolica dello scalone del Comune di Ferrara prima, e dell'ingresso del rettorato poi. Equipaggiati con megafoni, bandiere e volantini, recanti lo slogan "Il nostro regalo: la riforma del merito! Approvazione della riforma dell'università, buon Natale a tutti gli studenti, hanno aspettato l'arrivo di Babbo Natale che ha portato in dono al Rettore e al Sindaco un pacco contenente l'agognata riforma.
In questa occasione gli studenti di destra hanno voluto sottolineare come sia possibile organizzare una manifestazione, provocatoria ed efficace senza bisogno di mettere a ferro e fuoco una città o scontrandosi con le forze dell'ordine.
Con questo regalo alle autorità è stata richiesta una maggiore condivisione della Riforma, entrando nel merito del provvedimento, senza arroccarsi su posizioni ostruzionistiche di chiaro stampo politico.

mercoledì 15 dicembre 2010

Criminali romani: cronaca di una giornata convulsa

La giornata sarà convulsa, e lo si capisce già dal mattino, quando a Roma si presentano una serie di cortei differenti, tutti pronti a protestare contro qualcosa. Si va dalle carriole aquilane agli ecologisti di Terzigno, dagli studenti anti riforma agli operai antigovernativi.
Così, il tutto va avanti in un clima di tensione generale, almeno fino alle dieci e mezza. Poi, iniziano ad esplodere le bombe carta.
Almeno tre nei pressi di Palazzo Grazioli, qualche scontro isolato, ma niente di più.
La rivolta (retrodatata al 1977), scoppia però alle 13:30 circa, quando si sparge la voce che per tre voti il governo avrebbe mantenuto la fiducia anche alla Camera. In strada si precipitano altri studenti, accompagnati da coetanei dei centri sociali e preceduti dai fumogeni.
Via del Corso, Piazza del Popolo, Via delle Botteghe Oscure e il Pincio diventano dei campi di battaglia. La guerra impropria si combatte con sassi, fumogeni e lacrimogeni, bombe carta, incendi e assalti a sorpresa.
Le strade di accesso ai palazzi del potere sono bloccate da blindati delle forze dell'ordine, i quali prontamente vengono dati alle fiamme dagli "studenti". Sembra di essere a Kabul, non a Roma.
Gli scontri non sono ancora finiti che dall'Italia dei facinorosi arrivano piogge di complimenti. Quei pochi che condannano le gesta violente di idioti in branco viene etichettato come "di destra", come se bisognasse avere una fede politica per condannare la violenza.
Nelle altre città, altri violenti, rinfrancati dalle dirette da Roma, tentano il tutto per tutto: a Milano in mattinata viene assaltata la Borsa al grido di "affaristi, mafiosi", a Bologna alcuni universitari si siedono per strada, a Firenze viene occupato il rettorato.
A fine giornata, in nome di una fede politica, si conteranno oltre trecento auto danneggiate, decine di vetrine distrutte, bancomat e cassonetti dati alle fiamme, oltre a 123 feriti.
Per tutto ciò sono state fermate 41 persone e arrestate 27.
A caos calmo, alcuni dei collettivi difendono gli "studenti":
Avrebbero dovuto fare di più contro questo governo, e poi quelli non sono studenti, ma teppisti

Ora, o vi sono migliaia di teppisti organizzati e pronti all'uso oppure non si spiega come mai quasi ogni agente sia stato pestato singolarmente da un pluralità di persone dotate di casco e manganello.
Sta suscitando clamore una foto, ripresa in tutti i giornali, che ritrae un finanziere a terra, circondato da manifestanti malintenzionati, colpevole solo di aver tirato fuori la sua pistola d'ordinanza, per evitarne il furto. Senza sparare.
Certo è che se i dimostranti avrebbero dovuto fare più danni, mettendo a repentaglio l'incolumità pubblica, allora il finanziere avrebbe dovuto sparare.





giovedì 9 dicembre 2010

Due (semplici) riflessioni sull'autogestione dell'Ariosto

Oggi e domani, al Liceo Ariosto di Ferrara (che quest'anno compie anche 150 anni dalla fondazione) è autogestito dagli studenti.
Il motivo dell'autogestione (che di fatto è un'occupazione autorizzata) è chiaro come il sole: protesta contro la Riforma Gelmini. Del resto, è sempre lo stesso.
Gli studenti che in questi momenti sono presenti nell'istituto (dal quale sto scrivendo) sono tanti. Ne ho stimati intorno ai 400 intorno alle 15. Ovviamente, con il passare delle ore, calano sempre di più.
Il programma dell'autogestione è semplice quanto efficace: gli studenti hanno a disposizione le aule, nelle quali gli stessi spiegano argomenti, non per forza scolastici, che gli stanno a cuore.
Fin qui, tutto normale: un'autogestione organizzata bene, da studenti responsabili, tanto che il servizio d'ordine è inverosimilmente efficiente e gli studenti stessi sono organizzati in turni per le pulizie. Una catena di montaggio.
Poi, ovviamente, il punto dolente è sempre quello: "cattivi maestri" tentano di spiegare la Riforma. Ovviamente, però, lo fanno in modo fazioso, portando le ideologie all'estremizzazione, senza dire nulla di più che "la Riforma taglia i fondi", "la Riforma distrugge la scuola", e perfino "la Riforma ci rende tutti ignoranti, in modo da instaurare un regime dittatoriale". Giuro di non aver edulcolorato.
Questi studenti e professori che si divertono a mistificare la realtà sono i veri irresponsabili. I giornalisti che affermano di provare dispiacere verso gli studenti degli anni passati perché essi non hanno avuto la possibilità di protestare (editoriale su "La Nuova Ferrara", firmato da Diego Marani, 9 dicembre 2010) sono i veri irresponsabili.
Ecco perché, rispetto a quello che leggete e leggerete sui giornali nei prossimi giorni, è necessario fare un distinguo.
Un plauso quindi agli studenti, che di loro iniziativa si sono dimostrati responsabili, organizzati in modo efficiente, ed hanno impregnato di cultura questa giornata.
Pollice verso invece, verso chi omette, edulcora e cambia la verità sulla Riforma, facendo disinformazione mascherata da informazione libera, ed estremizzando le posizioni. Questo politicizza la scuola, ed è inaccettabile.

Location:Corso Ercole I D'Este,Ferrara,Italia

mercoledì 8 dicembre 2010

Conflitto (d'interessi) democratico

Durante l'ultimo consiglio comunale (illustrato dal consigliere Andrea Bergami qui), si è discusso anche del bliancio di previsione dell'anno 2010.
Dopo lo spiegone di Poppi, che illustra con la puntigliosità necessaria tutti i movimenti, si passa alla discussione.
Interviene Garuti, di Uniti per Poggio, il quale, notando che non ci sono cifre importanti movimentate e che le entrate sono diminuite, definisce il bilancio "un po' misero".
Sani gli ricorda che definire "misero" un bilancio composto dai soldi dei cittadini è alquanto improprio, poi dà brio al consiglio comunale così:
Vediamo un quindici percento in più in fondi per associazioni culturali e sportive. Ho chiesto una verifica e balza all'occhio un contributo abbastanza generoso ad alcune società sportive: evidentemente hanno all'interno dell'amministrazione qualche amico. In seconda battuta ritengo che le celebrazioni del 25 aprile debbano essere a carico del Comune, non dell'Anpi, che di fatto è un'associazione politica, anche se politica non è, la quale poi chiederà soldi al Comune.
Senza nemmeno dare a Sani la possibilità di finire l'intervento, s'intromette Bergami (l'altro, il vicesindaco) che, sgranando gli occhi infervorato, tenta un azzardato "L'Anpi (l'associazione dei partigiani, ndr) non è un'associazione politica: difende la libertà, che è un valore di tutti", che aumenta la dose di patriottismo nei democratici per tutta la sera.

Dopo l'interruzione, Sani riprende:
E ritengo che anche l'Udi non debba ricevere soldi [Elettra Garuti, Pd, sobbalza sulla sedia] dal Comune. Diciamo tanto delle spese della politica e poi sprechiamo soldi.
Il motivo dell'intervento è chiaro: nessuno, nè Azione Giovani, nè il PdL, ha mai chiesto fondi per una qualsiasi delle sue attività, anche se non politica, e anzi, il 100% delle entrate proviene dall'autofinanziamento.
La differenza non viene però colta da Elettra Garuti (molto attiva nell'Udi ferrarese, tanto da essere, ipso facto, una dirigente del movimento), la quale sobbalza, sgrana gli occhi e poi va alla ricerca mentale di tutti gli insulti  politically correct che conosce. Poi, in zona cesarini, cambia idea e imposta fin dal principio il discorso sui meriti dell'associazione:
Credo anzi che l'Udi in questo modo faccia risparmiare soldi all'amministrazione, organizzando trasporti per donne che devono andare a far visite negli ospedali, vendendo le mimose l'8 marzo e facendo tutte le attività che facciamo. Se dovesse organizzare queste cose il Comune, spenderebbe molto di più
A quel punto si scatena un battibecco, che, dopo il "Inviterò tutti i miei conoscenti a chiedere soldi al Comune", viene sedato dal Sindaco, che dà ragione alla sua discepola ricordando che "i bilanci ci mettono in difficoltà anche solo nel pagare le corone di fiori da utilizzare nelle cerimonie".

Tra i nodi che vengono poi al pettine, è degno di nota il fatto che fondi in quantità industriale sono stati iniettati nella GS Gallo, la quale è presieduta dall'assessore Ravolini.
In questo caso, non vi è nemmeno bisogno degli amici invocati da Sani: basta trattare con se stessi. Il conflitto d'interessi viaggia a cuor leggero.

mercoledì 1 dicembre 2010

Disfattismo criminale

Erano anni che non si vedeva una giornata così calda (anzi, rovente) sul fronte della scuola.
Manifestazioni in tutta Italia (due solo a Ferrara), con svariate stazione bloccate, incalcolabili scuole pubbliche occupate, molteplici autostrade intasate. Mai si era osato tanto.
Tutto per una riforma, tutto in 24 ore.
Gli studenti, o meglio, la parte di loro che si autodefinisce "antifascista" e che in nome di un antifascismo ribelle dà il peggio di sè,  ha dato vita, a Roma, a due cortei separati che si davano manforte a vicenda.
I nemici? Le forze dell'ordine, le quali si sono viste quasi ribaltare un cellulare e hanno dovuto rispondere al tentato sfondamento con una carica, salvo poi essere chiamati fascisti e anti-democratici. Anche loro.
La situazione apocalittica che ha tenuto impegnato in tutta Italia i poliziotti è questa, come riportato dal Corriere della Sera:
Brescia ci sono stati tafferugli tra studenti e forze dell'ordine in piazza della Loggia dove i manifestanti hanno cercato di entrare nel palazzo comunale: dai ragazzi sono partiti lanci di bottiglie contro gli agenti che, a loro volta, hanno fatto ricorso al manganello. Un giovane è stato fermato. A Pisa un corteo di circa cinquemila studenti ha bloccato nel tardo pomeriggio il casello di ingresso sulla A12. Il blocco è durato trenta minuti circa e il tratto compreso tra Pisa centro e Livorno è stato chiuso al traffico in entrambi sensi di marcia. A Palermo il coordinamento «Studenti Medi» e gli universitari di Lettere e Filosofia e Scienze ha «occupato» simbolicamente la Cattedrale. A Napoli il corteo è stato preceduto da uno striscione dedicato a Mario Monicelli, morto suicida lunedì sera: «Caro Mario, la faremo 'sta rivoluzione», è stato scritto dai manifestanti. I quali, durante il corteo, hanno gettato sacchetti di immondizia davanti all'ingresso della Provincia e a quello della Regione. A Venezia gli studenti hanno assediato la stazione ferroviaria con forti ripercussioni sul traffico ferroviario. A Bari la protesta è andata in scena al teatro Petruzzelli dove una delegazione ha effettuato una occupazione simbolica esponendo da un balcone uno striscione con la scritta «Gelmini cala il sipario». A Bologna la protesta è arrivata a bloccare il tratto urbano della A14, dove però il traffico era stato precedentemente deviato dalla polizia stradale.
Nessuno si scandalizzi poi, se qualcuno si azzardasse a chiamare criminali la parte incappucciata dei manifestanti che, dotata di manganello e altre armi improprie, distrugge quasi per diletto camionette e strumentazione varia in dote alle varie FF.OO.
Anche perché a questo elenco mancano dei punti: a Padova la protesta ha bloccato la stazione Ferroviaria, e a Ferrara si è andato oltre l'umanamente concepibile: alcuni insegnanti hanno terminato in anticipo le lezioni, intimando cordialmente poi gli studenti a partecipare alla manifestazione.
Manifestazione che ha avuto luogo un po' ovunque: nelle facoltà, in Comune e in Provincia.
Le facoltà sono state quasi tutte occupate, con la complicità dei docenti che aiutavano come militanti dell'esercito della Salvezza ignari studenti a fissare gli striscioni.
Uno sparuto gruppo di circa 20 invasati ha invece preferito dirigersi verso il Palazzo Municipale dove, con il benestare del vicesindaco Maisto, è stato affisso uno striscione (rosso, ma ciò è scontato e pleonastico) vagamente ispirato a "Vieni via con me", prontamente staccato dai ragazzi di Azione Universitaria. Scrive estense.com:
Il vicesindaco Massimo Maisto ha “chiuso un occhio” sull’occupazione degli uffici comunali e ha mostrato la propria solidarietà agli studenti. Questo fino a quando all’interno della sala dell’Arengo non han fatto la loro comparsa cinque studenti di Azione universitaria giovanile e di Giovane Italia del Pdl con una propria contromanifestazione. Gli studenti di destra hanno staccato lo striscione che pendeva dalle finestre, con la scritta, ispirata alla trasmissione di Fazio e Saviano, “Vado via perché non voglio il decreto Gelimini, resto qui perché il mio futuro è in Italia”.
Intanto un altro striscione veniva staccato dagli agenti della Digos da un muro del Castello Estense.
Dopo le offese di rito (siamo fascisti, sapete? E da oggi anche squadristi), l'ex coordinatore del Rua, la Rete Universitaria Attiva ha commentato:
Non è possibile che ad ogni nostra manifestazione ci sia sempre una vostra contro manifestazione...
Praticamente è esattamente quello che un adolescente potrebbe dire ad un suo genitore che lo scopre durante un atto di autoerotismo ("Non è possibile che tu sia sempre qui!").

Qualche riflessione.
Primo. Perché un'istituzione (quale è il vice sindaco, in assenza del sindaco) permette ad un campione non rappresentativo di tutti gli interessati, di srotolare uno striscione, quasi fosse un manifesto al futurismo, dal suo ufficio, fintantoché non è arrivata la controparte?
Secondo. Come è passata per la mente di alcuni, l'idea, inconcepibile, di mettersi in testa un casco e cominciare a distruggere mezzi destinati alla collettività, disegnare con le bombolette spray sui muri, lanciare fumogeni (e, secondo alcune agenzie, bombe carta) e rendere per un giorno la vita un inferno a chiunque sia venuto in contatto con loro? Non è forse vero che la libertà di un uomo finisce dove inizia quella di un altro?
Terzo. Perché quella che sembra la maggioranza, e mediaticamente lo è di sicuro, degli studenti è contraria ad una Riforma che, seppur forse con poco coraggio, ristabilisce la meritocrazia e infierisce un durissimo colpo alle baronie universitarie? Forse gli studenti che manifestano hanno qualche interesse occulto nell'università e non ce ne siamo ancora accorti?

martedì 30 novembre 2010

Blitz di liberazione del Comune di Ferrara


La riforma universitaria è in dirittura di arrivo e gli animi si scaldano, anche a Ferrara.
Erano le 10 di questa mattina,  avevo trovato un giorno libero per poter studiare (ogni tanto mi tocca) quando mi arriva una chiamata dai ragazzi che erano a lezione a medicina dicendomi che la sinistra stava urlando per tutta la facoltà cercando di convincere gli studenti ad andare a occupare il Comune per protestare contro la riforma dell'Università.

Non ci penso 2 volte: passo al partito a prendere bandiere e megafoni e via in direzione Ferrara.

5 ragazzi (Andrea, Paolo, Alessandro, Mattia e Alessandra) che andavano a manifestare contro più di 30 tra studenti e ricercatori.

Numeri che però non sono contati niente quando abbiamo cominciato la nostra controprotesta: io e Paolo con il megafono urlando nella speranza che qualcuno di loro capisca che è meglio smettere di lamentarsi e gli altri 3 che salivano su per le scale del Comune cercando di togliere lo striscione e le bandiere dell'Unione degli Universitari dagli uffici comunali.
I ragazzi hanno ovviamente incontrato qualche difficoltà nell'entrare nella sala "simbolicamente" occupata: dico simbolicamente perchè il Sindaco aveva autorizzato quest'azione e infatti le istituzioni non sapevano più come comportarsi, se assecondare gli studenti di sinistra (quindi i loro voti) o se accettare di togliere lo striscione come da noi richiesto.

Dopo aver diligentemente aspettato una risposta, Alessandro Pracucci, nostro consigliere di facoltà di Architettura, in un impeto a metà tra un D'Annunziano volo su Vienna e una presa della "Bastiglia" comunale ha deciso di togliere quel simbolo politico da un'istituzione pubblica (e quindi di tutti) buttandolo giù dal balcone.

La cosa non ha fatto molto felici i nostri compagni locali che hanno animato la discussione che stavamo facendo nella piazza davanti al famigerato balcone; questo fino all'invito delle forze dell'ordine di spostarci da quella zona (seguita poi da una schedatura dato che non avevamo autorizzato la nostra protesta).

Aspettiamo qualche minuto poi vediamo uno striscione lungo almeno 20 metri che veniva calato dalla parte più alta del Castello, sede della nostra Provincia. Sapendo che ripetere l'azione precedente era molto difficile da ripetere abbiamo aspettato che le forze dell'ordine ordinassero di togliere quello striscione, non autorizzato.

Tirando le somme, abbiamo visto che la sinistra universitaria continua senza sosta a contrastare una riforma che danneggia solamente i professori e i baroni che continuano a vivere da diversi anni su questo sistema universitario che gli garantisce una rendita di posizione. Oltre ai professori si uniscono i ricercatori, futuri docenti che vedono sparire le proprie speranze di una vita agiata come quella dei loro predecessori.

Ma, cosa ancora più grave, il Sindaco e l'amministrazione comunale ha appoggiato una protesta del genere, consentendo l'invasione degli uffici comunali da parte di queste persone: così si sono apertamente schierati contro la riforma e il Governo divenendo così rappresentanti solo di una parte politica e non di tutta la città.

Appoggiando questa protesta, gli studenti vengono solo usati da docenti, ricercatori e forze politiche, togliendo loro anche il tempo fisico per poter finire gli studi e pensare seriamente al loro futuro: questo poi costringe anche noi a perdere tempo correndo dietro le loro proteste per cercare di far vedere l'altro lato della medaglia. Non vorrei diventare fuori corso per colpa di qualcuno che blocca le lezioni, occupa le sedi o protesta per la mia città.

L'immagine di apertura non poteva non richiamare 300, perchè anche noi, pur essendo pochi contro un esercito che a volte ci può sembrare imbattibile, siamo riusciti a rovinare la festa ai nostri "cari" compagni.

lunedì 29 novembre 2010

La stazione degradata [UPD 1/12/2010]

Sono passati poco meno di due anni quando, in pompa magna, amministrazione comunale e Trenitalia, annunciarono la conclusione dei lavori di riqualificazione della stazione. Il tono dei comunicati stampa fu solenne e traspirava di fresco successo, come se una mano di vernice bastasse a risolvere i problemi strutturali intrinsechi di una stazione progettata male.
La stazione di Poggio Renatico, per Trenitalia, due anni fa, venne trasformata, mediaticamente, da luogo malfamato a hub che favorisce il movimento delle persone.
A distanza di due anni, siamo alle solite: la stazione, sempre in curva, fa piegare i treni, e, a causa di questo, il gap tra la banchina e la "rampa" aumenta sconsideratamente.
Non sono ancora stati risolti i problemi per il movimento dei portatori di handicap: le barriere architettoniche regnano sovrane.
E, créme de la créme, è ancora presente il problema delle infiltrazioni (il termine è riduttivo) d'acqua.

Foto in 360




Particolare 1




Particolare 2



 
AGGIORNAMENTO
La questione è stata sollevata anche durante il consiglio comunale del 30 novembre, da parte del gruppo consiliare del Pdl, il quale sta sttendendo una risposta scritta del Sindaco e dell'assessore competente in merito.
 
AGGIORNAMENTO /2
Il Resto del Carlino ha dato voce, nell'edizione di oggi, 1 dicembre, ai problemi dei pendolari, con un corposo articolo nell'edizione ferrarese.


venerdì 26 novembre 2010

Perdiamo pezzi: un peccato?


Che molti di quelli che erano militanti del PDL insieme a noi abbiano lasciato il partito per la via finiana ormai è cosa risaputa. Ma che il coordinatore nazionale della Giovane Italia Francesco Pasquali compia un gesto del genere merita qualche attenzione in più.
Pasquali, proveniente da Forza Italia Giovani, dopo la creazione del PDL si è trovato fra le mani un movimento giovanile in comproprietà con Giorgia Meloni, presidente di Azione Giovani (ex AN).

E' stato inoltre gratificato politicamente alle ultime elezioni regionali con il suo inserimento nel listino bloccato del Lazio, che con la vittoria della Polverini gli ha consentito di entrare automaticamente nel Consiglio.

Ha fatto "leggermente" incazzare il popolo di Facebook alla notizia del suo passaggio a Futuro e Libertà e la conseguente costituzione di un gruppo autonomo al Consiglio regionale laziale: sono diverse infatti le richieste della sua gente e dei suoi militanti che chiedono una cosa sola: le dimissioni

Dimissioni che sembrano un atto dovuto sopratutto se chieste a gran voce da chi hai rappresentato per tanti anni (immaigno la delusione degli amici ex FI quando hanno saputo della notizia...).
Aggiungiamo pure il fatto che alla fine del mandato grazie al suo bel stipendio (ripeto, ottenuto grazie al suo lavoro all'interno del PDL) vedrà il conto in banca salire per una cifra vicina al miliardo di lire e si puù facilmente capire la frustrazione e l'amarezza di tanti di noi.

Penso che ognuno resta libero di scegliere la propria strada, ma farlo all'interno di un'istituzione nella quale sei stato eletto come riferimento di un partito per poi tradire il mandato dei tuoi elettori risulta una pessima scelta, sopratutto se fatta da un giovane, teorica speranza per una nuova classe dirigente politica fatta di trasparenza, onestà, merito.

La ragione che l'ha portato a questa scelta non le posso sapere, ma guardando chi è passato con il buon Gianfranco si può immaginare: la sua impossibilità ad essere ancora un numero 1, sovrastato dalla figura di Giorgia Meloni e da un'Azione Giovani più strutturato ed influente sul territorio, deve avergli fatto accendere nella sua testa la stessa lampadina che si è accesa da Fini: quella che diceva: 

"Guarda, ti stai facendo fregare, prima eri il capo e adesso come sei ridotto? Devi uscire, fare un partito tuo, tornare ad essere il capo del tuo orticello!"

Cercando di capire chi sia il diavoletto che è entrato nella testa di tanti nostri amici sussurrando le stesse frasi per farli aderire alla causa finiana, possiamo affermare che non sentiremo più di tanto la loro mancanza (tranne qualche piccolo caso locale), visto che abbiamo perso tra gli altri gente indagata, collusa con la mafia, affaristi e sopratutto tantissimi trombati nelle passate elezioni che vedono chissà quale possibilità in un nuovo partito di destra-CENTRO ...

... o forse di sinistra? Chi vivrà vedrà...


venerdì 19 novembre 2010

Onore a "fascisti" e "scansafatiche"

Il 17 novembre abbiamo potuto assistere alla più grande manifestazione studentesca dell'anno, almeno fino ad ora.
Oltre all'insano divertimento di "tanare" gli amici presenti al corteo tramite le foto pubblicate sui giornali, nell'Italia degli studenti antifascisti è molto di più.
A Milano, inferociti democratici neo maggiorenni hanno preso a mazzate la vetrina di una banca (forse simbolo di un capitalismo corrotto? Non lo sapremo mai) e poi, bombolette spray alla mano, hanno imbrattato mezza città con frasi non esattamente amichevoli.
Il tutto rigorosamente a volto coperto, perché la democrazia è bella sì, ma solo quando si può infrangere la legge senza il rischio di essere beccati.
A Roma, in piazza del Plebiscito, parecchi studenti banchettavano seduti sull'asfalto mentre un ragazzone, con maglietta di cotone a mezze maniche (a Novembre, all'aperto!) inveiva a mezzo megafono, oltreché contro il governo, anche contro la Polizia, rea di voler controllare il corteo poiché "lo Stato ci vede come una minaccia, ma noi minaccia non siamo, anzi vogliamo un'istruzione migliore".
Che non sono una minaccia possono assicurarlo tutti: chiedere per conferma ai commercianti che hanno abbassato le serrande per paura e se le sono ritrovate con uno scarabocchio di vernice sopra.
A Palermo invece si è ripetuto il copione della banca, solo in versione più economica: sono state lanciate solo delle uova.
A Ferrara niente di più del solito: studenti urlanti, bandiere rosse della CGIL (sì, lo stesso sindacato che strumentalizza le gite) e striscioni alla mano hanno bloccato il traffico e poco più.
Onore quindi a "fascisti" (inizio a credere che quest'appellativo ce l'abbiano scritto in fronte, se dopo 65 anni siamo ancora al punto di partenza) e "scansafatiche" (denunciare che un sindacato strumentalizza gli studenti sulle gite significa che, anziché alla scuola, noi pensiamo alle gite, ergo...); i quali almeno, anziché bandiere dei sindacati sventolavano tricolori e anziché inveire contro la Polizia hanno concordato con la stessa orari e percorso della (contro)manifestazione (dalla quale avremmo forse preferito evitare la "tamarrata" di chiedere di parlare col provveditore urlando al megafono da sotto la finestra, ma tant'è).
Ps, ad alcuni dei "tanati" di cui sopra ho chiesto quali fossero i problemi più seri causati dalla Riforma e cosa li avesse spinti a manifestare un'intera mattina assentandosi da scuola. La risposta più frequente è riportata in calce.

lunedì 8 novembre 2010

Da fascisti a sfascisti

Il messia ha parlato. E come ha aperto bocca ha quasi distrutto il paese.
Dopo due (estenuanti) ore di discorso Fini dà l'ultimatum al governo: o vi togliete di mezzo o vi togliamo di mezzo noi. Che significa due cose: elezioni anticipate o governo tecnico.
In entrambi i casi i cittadini ci rimettono e le tasche dei contribuenti pure. Attualmente, col PD che nei sondaggi cala di settimana in settimana e che ancora una volta ha dimostrato di non saper sfruttare nemmeno le crisi degli altri, e un PdL che vincerebbe, sì, ma rimarrebbe azzoppato e potrebbe contare solo sulla Lega, rimanendone così ostaggio; nessun partito è in grado di governare l'Italia in modo serio e, soprattutto, continuativo.
L'opzione governo tecnico, tuttavia, è improponibile quanto, se non di più, l'idea di andare a elezioni ora: è una scelta che non vuole nessuno (tranne che i disperati), anti democratica e quindi, se vogliamo, infame.
Allo stato però non ci sono alternative: Berlusconi è sempre lì e, anche volendo, di alternative a lui non ce ne sono.
Nei fatti Fini, col suo discorso di ieri ha sospeso a tempo indeterminato quella politica di rinnovamento che si è avuta nella seconda repubblica, spedendoci in un attimo indietro di vent'anni.
Ci vuol così poco a far danni.

sabato 6 novembre 2010

martedì 2 novembre 2010

Silvio, ancora?

Passi la Lario, passi anche la D’Addario, ma un’altra volta no.

I detrattori prendano questo articolo come uno sfogo, quelli che detrattori non sono lo prendano come un monito.

Non è possibile, nè tollerabile, che nello stesso giorno si senta una battuta pareccchio infelice contro I gay e che si venga a sapere che sono stati regalati così, d’emblèe, 7 mila euro ad una diciassettene mai vista prima (Karima El Mahroug, conosciuta meglio come Ruby Rubacuori).

Ruby ha ragione: la causa di tutto questo inferno mediatico, è da attribuirsi esclusivamente a Silvio Berlusconi.

In 20 anni di politica abbiamo assistito al peggio e oltre: siamo passati da Mangano e Dell’Utri ad una neo maggiorenne (Ruby ha compiuto I suoi 18 anni il 1 novembre) che deve andare ad una tribuna politica televisiva per togliersi di dosso l’accusa “di essere un po’ zoccoletta”.

Nel frattempo abbiamo lottato contro un Fini che sta dfistruggendo la maggioranza, contro una escort che ha sputtanato Silvio e l’Italia intera in mondo visione e, andando in là col tempo, possiamo ricordare l’ancora oggi presente conflitto d’interessi. Per la serie: c’è sempre qualcosa da fare e se ne imparano sempre di nuove.

Berlusconi deve imparare a riconoscere amici e nemici ed a squadrare un po’ di più le persone di cui si circonda: può sembrare strano, ma il PdL non è nato per difendere d’ufficio Berlusconi ma per far politica. Ed è impossibile portare a termine questa missione se dobbiamo sempre difenderci da calunnie dettate anche, ma non solo, dai comportamenti del nostro Presidente del Consiglio.

E no, difendere il Presidente del Consiglio non è fare politca; ergo, non è lo scopo del Pdl.

Berlusconi impari dai suoi erroi. Ora, seppur forse un po’ contrariati, continuiamo a sostenerlo e a lavorare.

Fini decida da che parte stare

Generalmente, un partito, è tale poiché, tramite le sue idee, difese dai rappresentanti del partito stesso, si fa portavoce di una parte dei cittadini, i quali, attraverso il voto, legittimano (o meno) il lavoro svolto.

Eppure FLI, il partito neo fondato da Gianfranco Fini, dopo la rottura con Berlusconi. pecca di totale incoerenza. A confermarlo, oltre che le posizioni del partito, le quali cambiano casualmente con la stessa frequenza dell'estrazione del Super Enalotto, è uno dei "colonnelli" di vecchia data: Fabio Granata.

Granata, finiano da sempre, anti berlusconiano da Mirabello, scrive sul suo blog:

Su legalità, regole, giustizia non siamo più disposti a cedere di un solo millimetro al cupio dissolvi che sembra caratterizzare l'azione politica di Berlusconi e del Pdl.
Attraverso il ritiro della nostra delegazione appariremmo certamente più coerenti sia agli occhi dell'opinione pubblica sia della straordinaria, e nuova, base militante che soprattutto attravers Generazione talia abbiamo aggregato [...]


Ma questo è solo l'ultimo problema, temporalmente parlando. Possiamo infatti ricordare come pochi giorni fa, i finiani abbano dato il loro appoggio al lodo Alfano, salvo poi ritrattare immediatamente appena il Capo dello Stato ha fatto alcune osservazioni su tale legge.

Andando ancora più indietro possiamo ricordare l'affaire Marcegaglia-Arpisella versus il Giornale, nel quale Fini si schierò fin dal primo secondo con la presidentessa di Confidustria, ripudiando quel rigurgito fascistoide del Giornale.

Peccato che i primi accertamenti non abbiano portato a nulla (nei pc dei giornalisti nessun dossier, e a tutt'oggi, passato quasi un mese dallo scandalo, non sia uscito niente a riguardo), e nulla si è venuto a sapere delle indagini in corso, segno che nulla di interessante è trapelato dalle procure. Non perché vi sia una riservatezza speciale delle procure su questa vicenda (le gole profonde si trovano in ogni dove d'Italia), ma perché nulla di interessante è emerso dalle indagini.

Tuttavia, fare l'intellettuale di destra che strizza l'occhio alla sinistra bacchettona, autodefinendosi moderno e "dalla parte della giustizia e dei valori", fa molto figo. Lo insegna anche Barbara Palombelli, moglie di un tale che di nome fa Francesco Rutelli. Fa parte della mente delle sinistra, ma non disdegna di andare in televisione (sulle reti del Cav) a dire cose leggermente destrorse (figurarsi che in un fuori onda disse che Ezio Mauro, direttore de la Repubblica, è un ottimo maneggiatore di fango).

Detto questo, risulta evidente che la frase "niente governo tecnico, piuttosto il voto" non può essere pronunciata ogni settimana, ad ogni votazione di una qualsiasi legge e ad ogni pseudo scandalo di Berlusconi.

Fini deve decidere se stare insieme a questo esecutivo (come la settimana appena trascorsa), o contro, facendolo cadere (come 2 settimane fa e, probabilmente, quella appena cominciata).

Aspettiamo un altro video messaggio chiarificatore.

venerdì 8 ottobre 2010

Fermare gli anarchici per mantenere la democrazia

Oggi, tutte le reti degli studenti, partiti e partitini di sinistra, radicali e soccorsi rossi in generale, hanno manifestato in tutte le piazze italiane per protestare contro la riforma Gelmini, che ormai è sbagliata per antonomasia. Ora, tralasciando il fatto che protestare contro una legge già approvata è da folli se si spera di ottenere un risultato, prendiamo un caso concreto. Ore 10:20, scuola ex Monti: arrivano i manifestanti. Procedono dal Parco Urbano verso Piazzale Dante. Sono tanti e compatti: sembrano un esercito, anche se sono armati di megafoni, striscioni e campanelle. Incontrano prima l'uscita di sicurezza, che dà su via Azzo Novello, e cercano di entrare. La Polizia si mette in mezzo. Intanto, comunque, il danno è fatto: le lezioni di fatto sono bloccate a causa degli studenti che, alquanto agitati, si affacciavano alle finestre per capire cosa stesse succedendo e delle urla amplificate dai megafoni. Bloccati, i manifestanti avanzano, e nel mentre inveiscono contro gli studenti all'interno per fare lezione. Sbracciando e urlando i manifestanti arrivano all'ingresso principale. Salgono fin sul sagrato, ed a quel punto le forze dell'ordine fanno un cordone umano per evitare l'irruzione. Intanto l'atrio centrale è presidiato da docenti, ata, e perfino studenti. Dai megafoni vengono urlati slogan stantii, vecchi di almeno vent'anni, misti ad epiteti irripetibili. Caso vuole che proprio in quei momenti alcune classi debbano uscire. Sono costrette a farlo, unite, tramite le uscite d'emergenza. In un certo senso, gli studenti sono ostaggi all'interno della scuola. Il tutto dura una quarantina di minuti. Abbastanza per disturbare anche chi, con serietà, si era recato a scuola per studiare. Cosa c'è di democratico in tutto ció?

martedì 5 ottobre 2010

Resoconto Consiglio Comunale 28-09-2010

Ecco il resoconto del cc di martedì 28 Settembre. Il Castello era pieno di vita dato che è periodo di festa (il 29 è la festa del nostro patrono, San Michele) e da ogni parte c'erano mostre, esposizioni, bancarelle e le immancabili giostre in piazza.

Erano assenti: Ravolini, Pareschi e Vancini (che arriverà più tardi) - PD

Ecco i punti all'odg:






1-Lettura ed approvazione verbali delle sedute precedenti

Si da lettura dei punti del verbale, approvato a maggioranza con l'astensione di Garuti (UPP) dato che non era presente allo scorso consiglio.






2-Comunicazioni al Consiglio Comunale

L'ass. Petrucci ringrazia la Pro Loco per l'iniziativa (già svolta con successo l'anno scorso) a favore di ragazzi disabili, facendoli partecipare ai giochi presenti in piazza.






3-Trasformazione del Consorzio Agenzia Mobilità Impianti - AMI in società a responsabilità limitata ai sensi dell’art. 115 D.Lgs. 267/2000 e in ossequio alle previsioni di cui all’art. 25 della Legge Regionale Emilia Romagna 10/2008 – Recesso dal consorzio

Si tratta di un atto dovuto dato che il consorzio si appresta a diventare Srl. Seguendo il consiglio del Segretario Comunale, si approva un emendamento al documento di adesione alla Srl dove si cerca di tutelare maggiormente il Comune nel caso in cui la società modifichi sensibilmetne il proprio patrimonio, andando così a modificare le quote dei singoli Comuni.

Garuti (UPP) chiede perchè si andrà a fare una perizia a seguito dell'adesione e non precedentemente e, durante la dichiarazione di voto, annuncia il suo voto favorevole a patto però che si tengano in considerazione i costi degli organi della socieà.

Ingargiola (PD) risponde a Garuti affermando che i costi saranno destinati ad aumentare, considerando l'aumento dovuto all'IVA, che nel consorzio precedente non era previsto e crede che gli organi della società non andranno ad influire più di tanto sulla spesa, prevedendo solo un Amministratore. Infine dichiara il voto favorevole del suo gruppo.






4-Regolamento per il conferimento della cittadinanza onoraria

Con questa delibera si vuole riempire un vuoto normativo creando l'istituto della cittadinanza onoraria di Poggio Renatico, per i soggetti che si siano distinti in vari ambiti (il Sindaco ammette che il regolamento è stato copiato da quello del Comune di Firenze).

Garuti (UPP) apprezza l'idea proposta dal Sindaco e aggiunge che è un modo significativo per fare sentire i cittadini poggesi parte di un qualcosa di più grande del nostro paese.

Si procede poi alla votazione, votato all'unanimità.







5-SALVAGUARDIA DEGLI EQUILIBRI DI BILANCIO DI CUI ALL'ART. 193 DEL D.LGS. 267/2000.STORNO DI FONDI E VARIAZIONI AL BILANCIO DI PREVISIONE 2010.



Questa delibera riguarda le variazioni di bilancio che vengono periodicamente effettuate per inserire i cambiamenti non previsti dal bilancio di previsione. A dire il vero però abbiamo l'impressione che questo tipo di variazione venga usata un po' troppo spesso, un po' oltre all'ordinaria variazione che una voce di bilancio può avere (aumenti tariffe, previsioni errate o eventi imprevedibili). Questo è il segnale di una disattenzione da parte della Giunta Comunale, che non è in grado di prevedere efficacemente le spese che andrà ad affrontare l'anno successivo.

Dopo l'esposizione delle varie voci da parte dell' Ass. al Bilancio Poppi, Sani (PDL) chiede perchè è presente un aumento del 30% nelle utenze delle energie elettriche e gli interventi di Garuti(UPP) e Ingargiola(PD) vanno nella direzione di controllare meglio le spese e i costi anomali.

Il Sindaco, invece che riflettere sui costi alti, invita a considerare l'anomalia del calo di alcune voci....calo irrisorio che comunque non distoglie l'attenzione da problemi ben più gravi.







6-INTERPELLANZE ED INTERROGAZIONI



Ecco le interrogazioni presentate dal gruppo PDL:

  1. conferimento dei rifiuti a Gallo (avendo i cassonetti apribili con una chiave magnetica i cittadini sono spinti a gettare i rifiuti fuori dal cassonetto o in comuni limitrofi);

  2. chiediamo spiegazioni sulla presenza di paracarri in cemento in Via Uccellino;

  3. chiediamo spiegazioni sulla costruzione di cantieri non identifiacti in prossimita di aree agricole in Via Uccellino;

  4. accesso alla stazione ferroviaria di Coronella pericoloso perchè è necessario passare per un cantiere;

  5. chiediamo informazioni sull'utilità, lo stato attuale e i costi del servizio di Polizia Municipale;

  6. chiediamo per la terza volta i documenti relativi alla controversia tra il Comune e la società incaricata di costruire la "piscina in acqua".

sabato 2 ottobre 2010

Una gioventù nascosta (dietro la gonnella di mammà)

Dopo aver attaccato Croce Rossa, lavoratori, imprenditori, parlamentari e semplici cittadni, il Gruppo Editoriale L'espresso, tramite il suo quotidiano, ha cominciato a prendere di mira la scuola. Oltre a far emergere la tristezza di fondo di dover attaccare categorie intere di cittadini pur di ottenere uno scarso risultato di qualsiasi tipo in chiave antiberlusconiana, lo speciale di Repubblica permette di commentare la situazione la propria situazione. Quella locale, quella che si vive tutti
i giorni, insomma.
A questo punto, seguendo la logica, un internauta si aspetterebbe di vedere commenti di teen agers arrabbiati con la società, per almeno due motivi: essi sono i padroni della tecnologia e, soprattutto, essi vivono sulla propria pelle la scuola, frequentandola tutti i giorni non festivi.
E proprio qui sta la sorpresa. A parlare (male, ovviamente, ma c'era da aspettarselo) della scuola, non sono gli studenti.
Sono i loro genitori, nonni, zii e altro genere di parentato che, nel migliore dei casi, ha frequentato la scuola 20 anni fa.
Eppure, sedicenti giovani che la scuola la vedono 2 volte l'anno ai colloqui con i professori, si ergono a paladini della giustizia, pretendendo di poter dire a gran voce che la scuola non funziona, senza neanche sapere bene di cosa si stia parlando, senza neache aver letto al riforma (non la leggono nemmeno gli studenti!). Eppure quando si parla di scuola si parla di un organismo complesso, fatto, oltre che da professori e studenti, anche da una miriade di organi interni come Consiglio
d'Istituto, Collegio Docenti, Organo di Garanzia, Giunta Esecutiva ed incalcolabili commissioni. Una scuola ben diversa anche solo da 3 anni a questa parte, figuriamoci da 15 o 20.
Tutti a lamentarsi e ad utilizzare la riforma come capro espiatorio, anche quando questa non ha colpe (sì, ogni tanto capita). Non dimentichiamoci che oltre agli organi competenti, bisogna tenere in conto anche le province. Sono loro infatti i proprietari degli immobili, e sono loro a dover intervenire in caso di problemi allo stesso. E la solerzia di enti pubblici mastodontici con una burocraziona elefantica è ben nota a tutti coloro che hano avuto a che fare con questi soggetti.
Quella di Repubblica rappresenta una gioventù senza nè idee nè ideali, a cui la politica non interesserebbe nemmeno se essa decidesse della loro vita, quindi delega tutto agli ascendenti diretti. E, vedendo studenti (con profitti alti) di scuole prestigiose (leggasi liceo Classico) vantarsi di non andare alle assemblee studentesche e stare invece comodamente a letto due ore in più, smentire il fatto che parecchi giovani si impegnino ad essere smidollati diventa più difficile. E, vedendo studenti che si candidano al ruolo di rappresentanti d'istituto sperando di perdere (altrimenti dopo toccherebbe andare ai consigli), avendo come unico scopo quello di fare colpo su di alcune ragazze, smentire il fatto che parecchi giovani si impegnino ad essere smidollati diventa Machiavellico. E, vedendo i suddetti studenti candidati, avere nel loro programma elettorale niente di più lungimirante della festa di fine scuola, smentire il fatto che parecchi giovani si impegnino a rimanere smidollati diventa impossibile. Pare quindi che disinteressarsi di tutto ciò che va oltre il proprio giro vita anziché l'eccezione, sia diventata la regola.
E tutto ciò non è dovuto alle nuove tecnologie. Anzi. Semmai la colpa è di quelle vecchie. Internet veìcola velocemente informazioni, la tv veìcola rapidamente stupidaggini. Sarò franco, gli svariati format e reality che vanno regolarmente in onda attraverso l'etere non sono diseducativi: sono porcilai. Tempo fa, in piena tempesta ormonale di alcuni concorrenti del Grande Fratello, dissi a una mia compagna di classe: "se chiudessero quel pozzo di merda salveremmo svariate generazioni". Ebbene, se avesse avuto a portata di mano una spranga l'avrebbe usata. E non credo con buone intenzioni. E questo non è difendere le proprie idee: questa è l'estremizzazione, la radicalizzazione delle proprie idee; la dominazione di un individuo verso un altro, l'imposizione despotica del proprio pensiero. E' il risultato ciò che passa per la tv, dove la violenza verbale è divenuta un culto ancor prima che venisse tollerata. Questa è una generazione che sta (e in alcuni casi starà a vita) sotto la gonnella di mammà, non perché lo voglia, ma perché non ha gli strumenti per affrontare il mondo esterno.
Non sono un nostalgico delle generazioni precedenti (che, per inciso, lanciava testate atomiche nello spazio per vedere cosa sarebbe successo), tuttavia un cambio di rotta non è auspicabile: è necessario, e lo si aspetta con una certa urgenza. E non è la tv a dover cambiare (non lo farà, inutile che ci contiate), siamo noi. E il cambiamento è semplice nei modi, difficilissimo nell'attuazione: più informazione, più dibattiti in classe, meno reality. Insomma: più vita propria, meno vita dei divi del piccolo schermo.

Ps, a giudicare dalla scrittura dei "grandi", pare che anche a loro non farebbe male un corso intensivo di italiano: quello dove insegnano a mettere le virgole, ad usare i punti esclamativi e le maiuscole. E dire che tra loro si annidano anche insegnanti!

venerdì 1 ottobre 2010

La magggioranza morente

Si voterà a Marzo. Questo è quello che indica il voto di fiducia dato ieri al governo Berlusconi. Fini ha fatto partire il suo piano diabolico: fondare un partito, radicarlo sul territorio (ma soprattutto nel cuore degli anti-berlusconiani), mandare all'aria il Parlamento e lanciarsi in una nuova avventura da solista tramite il voto. In sostanza, è solo una questione di conti e di tempo. Ora le elezioni non fanno bene a nessuno, quindi è meglio aspettare, prendere tempo, annaspare alla ricerca dell'equilibrio dell'elettorato. Si voterà poi. Certo, il comportamento di Fini, che in meno di due anni è passato da perfetto camerata post-moderno a novello sinistrorso radical-chic, è quanto meno squallido. Visto che non aveva più il suo quartier generale dopo l'ingresso nel PdL, e non potendo tornare sui propri passi nella posizione di partenza (se Fini fosse uscito dal PdL sarebbe stato considerato un traditore perfino da Repubblica, anche se un traditore bravo), ha svenduto ideali e generazioni di militanti al miglior offerente. Che in questo momento è una pseudo-destra che fa l'occhiolino alla sinistra radicale e non disdegna (anche se finge di farlo) quella moderata e ama spudoratamente un centro quasi inesistente. Vedremo allo spoglio del voto se questa perfida mossa darà i suoi frutti.

domenica 26 settembre 2010

La figura del...

Fini ha deciso di fare la figura del pirla piuttosto che quella del furbetto del quartierino. Per questo due giorni fa, in serata, ha deciso di diffondere un video di chiarimento in realtà pieno di "forse", "dubbi" e altri vorrei ma non posso che non fanno altro rinnovare l'attesa nell'opinione pubblica. Ma quel video è gustoso. E parecchio anche.
Ha un lato comico nascosto, e uno rivelatore di menzogne ben più evidente. Il lato comico è dato dal fatto che Fini asserisce di non sapere chi è il proprietario della casa di Montecarlo, tuttavia non esita un momento a sparare a zero contro il direttore del giornale che sta tentando di scoprirlo.
Il lato menzognero, invece, è molto più corposo. In primo luogo Fini dice tra le righe di aver rotto con Berlusconi quando esso l'ha cacciato dal PdL. Però il 22 Aprile, alla direzione nazionale dello stesso partito, Berlusconi, sul palco, disse: "parliamoci chiaro, Gianfranco. Tu l'altro ieri davanti a Gianni Letta mi hai detto di esserti pentito di aver fondato il PdL con me". È evidente che uno dei due abbia detto una bugia: se è stato Silvio, egli ha sparato balle in direzione nazionale, se è stato Gianfranco, la rottura era già avvenuta da tempo, anche da prima del 22 Aprile.
In secondo luogo Fini dice che la casa di Montecarlo è grande circa 45/50 metri quadri. Bisogna però ricordare che un perito contattato da il Giornale , vedendo la piantina dell'appartamento affermò che lo stesso fosse grande almeno 70/75 metri quadri.
Ancora, andando avanti in un crescendo di bassezza Fini tenta di giustificare le off-shore in paradisi fiscali asserendo che a Montecarlo esse sono la regola e non l'eccezione. Non credo ci sia altro da aggiungere.
In definitiva si può quindi immaginare che Fini abbia seguito il consiglio di Feltri: meglio sembrare cretini che loschi.

sabato 25 settembre 2010

Fini mentirà

Se la frenesia per il video-messaggio di Fini fa crollare le strutture di tre siti internet, possiamo affermare abbastanza tranquillamente che la gente che vuole vedere chiaro sulla casa dei Tulliani bros. a Montecarlo è parecchia. A confermare ulteriormente questa tesi, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, è il fatto che, ad un mese e mezzo dall'inizio della campagna, il Giornale continua a pubblicare le firme di molti cittadini che chiedono le dimissioni del presidente della Camera. Tutto ciò rende necessarie alcune riflessioni. Primo. Tutto questo clamore è dettato dal fatto che prima d'ora Fini non ha mai parlato all'opinione pubblica dell'argomento più spinoso e al contempo affascinante dell'estate. Secondo. Il fatto che Fini abbia svicolato così a lungo significa che esso ha qualcosa da nascondere. Terzo. Non si conoscono i motivi che hanno indotto Fini a scegliere di parlare oggi, ma probabilmente possiamo classificare questo gesto come un tentativo disperato di salvare la faccia, dopo le ultime scoperte del Giornale. È probabile che il quotidiano più odiato e malfamato d'Italia abbia imboccato la pista giusta per le sue indagini, e accellerare i tempi potrebbe essere l'unico modo per posticipare un po' la fine definitiva. Quarto. La scelta di Fini di parlare alla nazione tramite un video-messaggio indica chiaramente che il presidente della Camera teme il confronto. Probabilmente ha paura di un confronto coi giornalisti. Quinto. Se Fini ha veramente paura dei giornalisti, significa che non intende fare davvero piena luce sulla vicenda. Ed evitare il contraddittorio è la soluzione migliore per non fare la figura del coglione. Scajola quando disse di non sapere di avere una casa fu additato come pirla internazionale e ne sta ancora pagando le conseguenze. Cosa farà Fini oggi? Appuntamento a tra qualche ora.

giovedì 23 settembre 2010

Manifestazione universitaria: i video

Due piccole note di servizio.

Primo: il nostro blog ha ora anche un canale su YouTube, il quale è stato chiamato fantasiosamente "pdlpoggiorenatico". (Ammetto personalmente la poca inventiva al momento della creazione, mi capirete immagino).

Secondo: su quello stesso canale stiamo uploadando la versione integrale della manifestazione universitaria contro il blocco delle lezioni tenutasi il 20 settembre davanti alla facoltà di Architettura. Saranno probabilmente 4 o 5 video da 10 minuti l'uno. Vi invitiamo a vederli per capire come sono andate le cose, nel caso vogliate approfondire oltre alle 2 righe di servizio sui giornali locali. Il link al canale Youtube è questo: pdlpoggiorenatico Canale Youtube

mercoledì 8 settembre 2010

Fini, addio

Fini si è smarcato completamente dal Pdl ed una riconciciliazione, almeno in tempi brevi, è semplicemente ed evidentemente impossibile. Il problema, per lui e I suoi seguaci è un altro: prima o poi si arriverà alle elezioni anticipate. E’ solo questione di tempo perché accada, e molti non attendono altro.

Tuttavia, in questo scenario, la morte politica per Fini è inevitabile. Sarebbe un’eresia ipotizzare una coalizione di Fli con il Popolo della Libertà, come anche con il Pd e l’Idv, dopo le ultime esternazioni di Di Pietro, Bindi e Renzi. L’ultima speranza per lui avrebbe il nome di “grande centro”: un’ammucchiata di partitini che non sono nè carne nè pesce. Dell’orgia fanno parte ApI, UdC e (forse) FlI. Tutto il baraccone vale, secondo gli ultimi sondaggi, il 20%.

Considerando che l’11% del baraccone è detenuto dalla sola Unione di Centro, vi è un 9% da spartire tra Alleanza per l’Italia e Futuro e Libertà. Sebbene il partito di Rutelli non ha in realtà mai vissuto per davvero, di quel 9% FlI ne detiene sicuramente la maggioranza, sebbene per Farefuturo Fini stia al 2%.

Comunque, indipendentemente dalle cifre, è chiaro che la nuova creatura finiana ca incontro ad un suicidio politico: galleggia a malapena per la Camera dei Deputati e, probabilmente, non ha nessuna speranza per un seggio al Senato della Repubblica.

Inevitabilmente, Fini, non avendo più nessun peso sulla scena politica politica italiana, finirà nel dimenticatoio mediatico, perdendo il duo potere, il  suo charme e, probabilmente, anche la sua presa sui suoi fedelissimi che, leggendo I nomi, c’è da scommettere torneranno all’ovile da Berlusconi pur di ottenere una candidatura. Da qualche parte, prima o poi.

Questo è il motivo per cui Fini, sebbene azzanni la maggioranza ogni giorno, non si azzarda nemmeno a far cadere il governo, e cerca di tenerlo vivo il più possibile, seppur in stato comatoso. Ed è lo stesso motivo per cui Bossi tenta il tutto per tutto sperando in elezioni anticipate nelle quali non avrebbe niente da perdere e tutto da guadagnare. Insomma è lo stesso motivo per cui, in questo momento, in Italia, nessuno stia capendo un cazzo di politica e tutti vivono sul chi vive (gioco di parole bruttissimo, ma ho poca inventiva al momento).

Quello a cui stiamo assistendo è il culmine di Fini. Dopo questa stagione politica, per lui non ce ne saranno altre. Gli auguriamo di godersele al meglio.

lunedì 6 settembre 2010

Mirabello, un disastro politico

La kermesse di Mirabello, conclusasi qualche ora fa con l’intervento di Fini è stata un disastro, a partire dal principio. Abbiamo assistito a una festa politica all’insegna del disfattismo, a partire dalla sua organizzazione. Il Pdl ferrarese, tramite Mirabello, ha cominciato ad autodistruggersi fin dalle primizie di quest’afosa estate appena trascorsa.

Sono cominciati, subito dopo i primi problemi tra “finiani” e “berlusconiani”, I dissidi tra i due organizzatori storici: Alberto Balboni (senatore berlusconiano) e Vittorio Lodi (finiano della prima ora, anzi, meglio, dell’ora prima). Quest’estate si scannarono su chi ce l’avesse più lungo, ma in versione politica: il primo accusava il secondo di essere di parte, il secondo si difendeva a colpi di “la festa è mia e la gestisco io”.

La questione arrivò fino a Roma, da La Russa, il quale diede una punizione ad entrambi, per par condicio. Di fatto la spuntò il finiano, e, in effetti, la festa, da tricolore quale era è diventata la festa di FlI. Gli invitati sono stati, per forza di cose, I nuovi adepti parlamentari di Fini: Bocchino, Della Morte, Granata e altri neo giustizialisti di ferro.

Si arriva quindi, tra un Filippo Rossi, un Raisi e un Rochi al 5 settembre. Tutti zitti, parla Fini. L’ospite illustre arriva verso le 18, ma non parlerà prima di un quarto d’ora (parlerà troppo dopo, abbiamo assistito ad un’ora e tre quarti di discordo). Prima di lui, Tatarella e Raisi si coprono di ridicolo scandendo dal microfono cori da stadio (“Fi-ni, Fi-ni!”, Raisi) o si pronunciano discorsi da patriota che danno l’impressione che in Italia ci sia una sola persona abbastanza pulita da poter parlare di legalità (Tatarella). Ai berlusconiani, agli ex finiani scettici e ai semplici simpatizzanti gela il sangue: dopo vent’anni sembra di stare scomodi alla propria festa.

Fini comincia a parlare (non finirà per un bel po’) e, tra bandiere arcigay, frecciatine anti-Berlusconi che fanno impallidire persino Di Pietro e commenti di alcuni troppo inebriati da Fini (“Berlusconi è un porco!”, “Quella merda di Feltri”; alcuni zittiscono un giornalista di Mediaset in diretta con un poco cordiale “Stia zitto! Dobbiamo sentire Fini, mica lei!”), agli stessi di cui sopra il sangue raggela di nuovo nelle vene.

La fine del discorso più disfattista degli ultimi tempi è vista qusi come una liberazione (un’ora e tre quarti di discorso sono troppe, non importa se Fini aveva avvisato prima), e mentre ci si incammina verso l’uscita si notano, oltre alle copia a iosa del Secolo, anche tanti musi lunghi e tante facce tirate.

Chi si avvia verso la macchina non da solo, inizia a fare discorsi sul passato recente. Salta fuori dalla bocca di molti che Fini abbia svenduto il suo partito facendolo confluire nel Pdl e ora stia tentando, a carissimo prezzo, di riprendersi un po’ della sua indipendenza.

Chi si aspettava una riconciliazione ha sbagliato, chi invece immaginava le elezioni anticipate, be’, ha sbagliato anche lui. Alla fine, l’unico risultato certo, è che hanno perso tutti.

domenica 5 settembre 2010

Intervento di Fini a Mirabello, la nostra web diretta.

Oggi è la giornata conclusiva della festa tricolore a Mirabello, dal quale palco, oggi alle 18:30 parlerà Fini. Dopo I recenti avvenimenti in casa Pdl, questo è l’avvenimento politico più atteso degli ultimi tempi, e ciò fa si che questo diventi anche un media event.

SkyTG24, RaiNews e La7 mostrarnno il discorso di Fini in diretta televisiva, mentre Corriere.it farà uno streaming video.

Si comincia per tutti con le dirette, anche per noi, alle 18:00. Anche per noi, sì, perchè noi del Pdl poggese simo pronti per una diretta web via Twitter. La potete seguire, sia da questo blog, nel quale a destra è presente una barra che mostra gli ultimi aggiornamenti, oppure, molto più semplicemente, aprendo questo link: Diretta Fini via Twitter.

Se poi volete vedere, comodamente seduti sul divano, una delle dirette, sappiate che tutte cominciano alle 18:00.

La7 si avvalerà del commento di Vittorio Feltri, direttore del Giornale e di Marco Travaglio, editorialista del Fatto Quotidiano, in un’edizione straordinaria condotta da Enrico Mentana.

RaiNews si avvalerà del commento di Alessandro Sallusti, condirettore del Giornale

Per SkyTG24 e Corriere.it nessuna informazione, se non che sono entrambi disponibili via internet.

Appuntamento quindi alle 18:00, sul nostro canale Twitter, per l’inizio della diretta web.

Consiglio Comunale del 30 Agosto 2010 / Resoconto

Riprendiamo le pubblicazioni dopo lo stato comatoso di questo blog, dettato dall’estate, resocontando il Consiglio Comunale del 30 Agosto.

L’ordine del giorno (disponibile in versione integrale sul sito del Comune http://www.comune.poggiorenatico.fe.it), comprendeva il rinnovo dell’appalto della gestione dell’Asilo nido di Poggio Renatico fino al 2013, la locazione di una strada dal demanio per poter in futuro ripristinarne l’illuminazione pubblica, e la vendita di due immobili comunali attualmente ceduti in affitto.

Si comincia con 8 minuti di ritardo, con l’inno (in versione ristretta) e l’'appello. Mancano:

Pdl

Pd

Upp

Cavallo Pareschi Garuti
  Ingargiola  
  Ravolini  
  Perrone  

Vengono poi nominati scrutatori Bergami (Pdl), Casari e Vancini (Pd)

  1. Il primo punto (riguardante l’approvazione del verbale della seduta precedente) viene liquidato in pochi secondi con l’approvazione all’unanimità del verbale precedentemente letto.
  2. Secondo punto: comunicazioni al consiglio comunale. Prende parola il sindaco: “Nessuna”. Fine del secondo punto
  3. Il terzo punto riguardava il rinnovamento per 3 anni dell’appalto per la gestione dell’asilo nido. Prende la parola Elettra Garuti che illustra la situazione così: “Rinnoviamo l’appalto per la gestione della scuola materna per i prossimi 3 anni… fino al 2013, per 940000€ + IVA al 4%, con un totale quindi di 977600€”. Immediatamente dopo il consigliere di Upp, Piergiorgio Brunello invitava la giunta “a esplorare, dal 2013, altre forme di gestione dell’asilo nido”. Si è poi proceduto alla votazione, con la quale la giunta ha espresso all’unanimità voto favorevole.
  4. Il quarto punto prevedeva la richiesta di un contratto di locazione al demanio della strada costeggiante il fiume Reno tra la SS Porrettana e le vie Argine e Banchetta, al fine di ripristinare, in quel tratto di strada, la pubblica illuminazione. Il tutto con una spesa complessiva di 1147€ per sei anni. Anche questo punto è stato approvato all’unanimità.
  5. Il quinto punto riguardava l’espropriazione, da parte del comune, di due appartamenti del Centro Civico concessi in affitto, per poi rivenderli in seguito. Il valore di questi appartamenti è stimato in circa 218000€, a cui vanno aggiunti altri circa 25000 per alcuni lavori di manutenzione. Anche questo punto è stato approvato all’unanimità.

Interpellanze ed interrogazioni

A questo punto, il Pdl presenta un’interpellanza e due interrogazioni. Comincia Bergami, chiedendo al comune di installare un rubinetto per l’erogazione dell’acqua pubblica nelle vicinanze del Tennis Club in via San Carlo, allegando due fogli zeppi di circa 50 firme di giovani che hanno aderito all’iniziativa. A questo punto prende la parola Sani per due interrogazioni, una riguardante la presenza di amianto in alcuni edifici poggesi, e una per il mancato ricevimento di alcuni documenti sulla piscina, richiesti oltre un mese prima. Sani comincia dall’intervento sull’amianto:

“Chiediamo al Sindaco se sia vero che esistano nel comune di Poggio Renatico siti in cui è presente amianto, e se sì, quali soluzioni intende adottare.”

Recentemente, infatti, il Movimento a 5 stelle dell’Emilia Romagna, in cui risulta che le strutture dell’Asilo Nido di Poggio Renatico e del Campo Sportivo di Coronella contengano amianto.

Subito dopo, Sani chiede conto al Sindaco di alcuni documenti riguardanti alcune delibere di giunta richieste dal Pdl circa un mese prima, riguardanti la futura palestra in acqua, e mai arrivati, tramite un intervento scritto.

Il Sindaco smorza subito i toni, affermando che non c’è niente di oscuro e losco nella gestione del progetto piscina, poi risponde così:

“L’articolo 156 del Codice dei contratti (art. 156 del Decreto Legislativo 163/2006), recepito al punto 5.1 della convenzione siglata dall’Amministrazione Comunale e da CMR e Nuova Sportiva, prevede che l’associazione temporanea d’imprese per un appalto di costruzione e gestione possa costituirsi in nuova società. Ciò ha dato luogo appunto alla Podium srl, che non è nulla di diverso salvo l’unione delle due realtà, la cooperativa e la società sportiva. La società che si è aggiudicata la gara oggi lamenta la mancata tenuta dell’equilibrio economico finanziario dell’opera per effetto della crisi internazionale sopraggiunta. Allo stato stiamo attendendo una sua eventuale formale richiesta di modifica della convenzione, in virtù di questa presunta alterazione dell’equilibrio economico finanziario. Solo allora partiranno le opportune valutazioni”

Così, dopo questo intervento, si chiude, alle 21:30 esatte, il consiglio comunale del 30 Agosto.

venerdì 6 agosto 2010

Oltrepassare il limite

Nella giornata di ieri è arrivato a tutti i capofamiglia il nuovo opuscolo informativo dell'amministrazione comunale. Il quale è, per farla breve, una comunicazione puramente propagandistica. Oltre un quarto del giornalino (che per l'occasione è stato rinominato in "il Castello informa") è infatti costituito da dichiarazioni di assessori vari che si sprecano a trovare parole per screditare l'operato del governo.
Si comincia subito dalla prima pagina con l'intervento del sindaco Pavani che dice racconta di una situazione economica comunale che farebbe impallidire il debito di Palermo: "[...]dopo una lunga pausa dovuta alla carenza di risorse finanziarie, che ci hanno costretto a sospendere la pubblicazione dell'organo di stampa del Comune, torniamo a voi[...]". Ora, benché sia risaputo che la carta ha un costo, e realizzare un organo di stampa sia abbastanza oneroso, arrivare a dire che non ci sono abbastanza fondi per stampare 3071 opuscoli (tante sono le famiglie a Poggio Renatico), sebbene non supportati dalla pubblicità, è veramente eccessivo. Anzi, è puro allarmismo ingiustificato. Quello che poi si nota è che, più che un organo di stampa istituzionale, il giornalino è l'ennesimo spot elettorale dell'attuale amministrazione, la quale, tra cartelloni della piscina, proclami sui quotidiani e abbellimento delle strade 2 mesi prima del voto, ne sta collezionando parecchi. Oltre un quarto del giornalino (circa due pagine e mezzo) è costituito da dichiarazioni di assessori vari che criticano l'operato del governo. La prima pagina è completamente dedicata all'intervento (di tre colonne) del sindaco, il quale, in meno di una colonna riesce a presentare il giornalino, ricordare alla cittadinanza i meriti del suo operato (non nello specifico però, peccato), dire che ha aumentato le risorse dei servizi e infilare le solite frasi di rito, per poi fare del resto dell'intervento (due colonne!) una filippica anti-governativa che, per puro caso, tratta del patto di stabilità. A seguire troviamo i travagliati interventi di Poppi e Petrucci. Anche loro, guarda caso, a criticare il governo, Berlusconi, Tremonti e le varie leggi finanziarie a loro correlate. A sorprendere, oltre al linguaggio burocratese-legalese più consono ad una rivista specializzata che ad un opuscolo comunale, è che, nonostante "il Castello informa" sia un giornalino comunale e non di partito, non vi sia al suo interno nemmeno per sbaglio una voce che non critichi il governo. E dire che oltre mille persone alle scorse elezioni amministrative hanno votato Pdl, e altrettante UpP. Sarà stata una svista, perché se così non fosse, ci possiamo sicuramente definire indignati per un giornalino così schierato che viene pagato coi soldi di tutti.

mercoledì 4 agosto 2010

Perché votare ancora centro-destra?

I toni entusiastici sono finiti. Il cancro nel Pdl (inteso come liti e dissidi) è imploso creando una metastasi che rende morente tutto il baraccone.
Le conseguenze di tutto ciò sono che Fini è schizzato a sinistra (se non nelle idee di sicuro nei comportamenti, facendosi prendere la mano dal giustizialismo militante), il governo è instabile e lo sarà sempre di più andando avanti, rischiando di rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica ad ogni voto di fiducia, impossibilitando così Berlusconi ad arrivare a fine legislatura, diventando così inaffidabile agli occhi degli elettori che volevano un governo solido che potesse durare da regolamento. Inoltre, il comportamento a tratti liberticida di Berlusconi ha suscitato parecchi malumori anche (e forse anche soprattutto) tra l'elettorato moderato di centro-destra, il quale a tutt'ora non riesce a concepire le parti del Ddl intercettazioni che rendono più difficile il lavoro dei magistrati.
Agli antipodi, invece, il comportamento di Fini, il quale, cercando di rendere un po' più moderato il Pdl si è trasformato in un giustizialista da prima pagina. Dopo tutto questo marasma, l'elettore moderato ha perso i propri punti punti di riferimento, trovando nel presidente della Camera un nemico e in Berlusconi una minaccia, dopo aver visto la ferocia di quest'ultimo nel difendere il Ddl intercettazioni e nel distruggere Fini.
Allo stato, non c'è nessun movimento politico votato a fare gli interessi dell'elettore moderato di centro-destra, a differenza di quando il Pdl non si era ancora unito. Detto questo, spariscono anche i motivi per votare centro-destra. Non esiste più nessun partito che metta al centro il cittadino e la sua libertà senza complicare il lavoro della magistratura, e, soprattutto, non esiste più nessun partito che ci rappresenti guidato da una persona come Berlusconi, il quale (bisogna ammetterlo), perseguendo con passione i suoi obiettivi e usando un linguaggio non comune tra i politici è un autentico acchiappa voti.
Il problema è che se si andasse a votare nei prossimi giorni (anche se non sarà Caliendo a far cadere la maggioranza, dato che Fli ha annunciato l'astensione), sarebbe quasi impossibile vedere lo stesso Fli alleato al PdL e alla Lega, che rimarrebbero così da soli  contro tutti. Infatti oltre a Fini, anche Mpa, UdC e ApI hanno annuciato che una coalizione con Berlusconi è impossibile. Tutto ciò, aggiunto al fatto che grazie alle beghe interne del Pdl il partito ha perso voti, renderebbe molto difficile, se non completamente impossibile creare una maggioranza.
E nel caso il miracolo si avverasse, la maggioranza non sarebbe forte. Con tutte le conseguenze del caso.

venerdì 30 luglio 2010

Allo sbando

Se il Pdl non è finito, di sicuro d'ora in poi non sarà più lo stesso. Nella serata di ieri è andata in scena la barbarie omicida (politicamente parlando, s'intende) di Berlusconi. Martedì 27 Luglio: Durante la notte Giuliano Ferrara incontra Fini e Berlusconi a Palazzo Grazioli. La conversazione è top secret, e Ferrara (direttore del quotidiano "Il foglio"), prima di inforcare la sua Vespa rossa scambia sei con i giornalisti. Le sei parole sono: "Ho solo incontrato un vecchio amico". Laconico, anche troppo, più che altro un presagio. Mercoledì 28 mattina si comincia con un articolo a firma di Gian Marco Chiocci in prima pagina su "il Giornale" dal quale si evince che Fini (o meglio, la moglie; ancora meglio, un parente della moglie) avrebbe ereditato dal patrimonio dell'ormai defunta Alleanza Nazionale una casa a Montecarlo. Secondo l'articolo, il giornalista, identificandosi come tale e chiedendo informazioni ai diretti interessati, si sono visti sbattere il citofono in facccia e si sono visti recapitare la Polizia monegasca in tutta fretta. La quale, ancor più rapidamente, ha invitato la troupe a lasciare il Paese. Giovedì 29 Luglio. Caos. E nemmeno tanto calmo. La mattina comincia con un'intervista del presidente della Camera sul "Foglio" da parte dell'elefantino (così si fa chiamare Ferrara) a Fini, il quale dice che egli stesso e Berlusconi non devono necessariamente e non devono sembrare amici, ma è necessario deporre le armi per onorare un impegno preso con gli elettori. Poco prima delle 19, però, il Cav. fa sapere che "è troppo tardi" e convoca l'ufficio di presidenza del PdL. La riunione finisce intorno alle 22 e Berlusconi stesso in una conferenza stampa spiega cos'è avvenuto. Berlusconi entra in sala con una faccia scura, e la tensione è palpabile. Va avanti spedito, tentando quasi di non parlare coi giornalisti, come sempre fa quando le cose vanno male. Inizia dando in pasto ai giornalisti la notizia del deferimento ai provibiri di 3 deputati finiani: Bocchino, Granata e Briguglio. Subito dopo spiega che è stato votato da 33 su 36 membri dell'ufficio di presidenza un documento che definisce incompatabile il ruolo poltico di Fini con i valori perseguiti dal Pdl. Per questo motivo, Fini non è più credibile come Presidente della Camera per il Pdl. Secondo l'ufficio di presidenza, Fini ha smesso di essere una garanzia per i parlamentari, ed è in realtà diventato il fautore di un gioco al massacro all'interno del Pdl tale da far sembrare la "corrente finiana" un partito nel partito. Politicamente, fini è fuori. Quasi immediatamente Fini fa sapere, parlando con alcuni giornalisti, che "la presidenza della Camera non è nella disponibilità di Berlusconi". In parole povere, Fini ribatte con un secco "io da qui non me ne vado". Bersani, nella calca, strepita qualcosa su Berlusconi e il Parlamento, ma non si capisce cosa di preciso, e le sue parole passano sottotono. Allo stesso tempo si scoprono due cose: primo, i finiani avevano consegnato a Fini già prima dell'ufficio di presidenza le loro lettere di dimissioni già firmate e pronte all'uso da parte del presidente della Camera, il quale può decidere di usarle o meno. Secondo: un bollettino dell APCOM (l'agenzia di Lucia Anunnziata, affiliata con l'Associated Press) riporta alcune frasi che sarebbero state pronunciate da Berlusconi durante l'ufficio di presidenza. Le quali sono, ne più ne meno, queste: "Mi si stringe il cuore, io non avrei nemmeno voluto partecipare a questo incontro perché questa decisione io non la vivo a cuor leggero. Ma non possiamo andare avanti così". Un gran passo avanti, considerando che poche ore prima le frasi erano di ben altro tono: "Io quello - era lo sfogo del Cavaliere - non lo voglio più vedere. E' un traditore. Trovate il modo per cacciarlo". Intanto i giornali si sbizzarriscono e festeggiano indistamente. Quelli di sinistra poiché il PdL è esploso, quelli di destra perché è stata fatta chiarezza (non è vero: Feltri e Belpietro in realtà gioivano della cacciata di Fini). E così il Riformista pubblica il triste annuncio della morte del Pdl, di soli anni due. Il Giornale, o meglio, Feltri, si ripete, facendo cavalcare una bottiglia di spumante appena stappata da Berlusconi in una vignetta in prima pagina: era già successo a Libero quando cadde il governo Prodi. A questo punto la giornata è già finita (sono le 2) e non ci saranno aggiornamenti per almeno altre 8 ore. Venerdì, di buon mattino, Fini fa sapere che vuole parlare agli italiani, poi, poco prima di mezzogiorno, un flash di Rainews informa i telespettatori che il nuovo gruppo finiano si chiamerà Azione Nazionale. E' stato dunque creato un nuovo gruppo parlamentare e, con tutta probabilità, anche un nuovo partito. Poco dopo, si viene a sapere che la conferenza stampa di Fini è stata fissata per le 15 e ci si aspettano scintille, tanto che Berlusconi è stato (sono le 12:20) a colloquio con Bossi. Ora, in attesa della conferenza stampa, gli scenari possibili sono tre. Primo. Una volta fatta questa separazione omicida, il governo continuerà ad andare avanti (come pronosticato da Berlusconi nella sua conferenza stampa al termine dell'ufficio di presidenza) con i suoi numeri e alleandosi col nuovo partito di Fini, sebbene sapendo in anticipo che comunque i momenti di tensione non mancheranno. Secondo. Il mandato viene rimesso nelle mani del Presidente della Repubblica, ma questa è un ipotesi campata in aria, soprattutto dopo che alla fine del colloquio Berlusconi - Bossi, quest'ultimo, alle domande dei giornalisti su un'eventuale elezione anticipata ha risposto, come da tradizione ormai, alzando il dito medio. Terzo. Non ci sarà un'alleanza vera e propria col gruppo finiano, il quale diventerà così autonomo. Così facendo ogni voto sarà un parto, e a quel punto l'esecutivo diventerebbe instabile, e bisogna tenere in seria considerazione il fatto che la Lega, avendo difficoltà a fare ciò che ha chiesto a Berlusconi, volti le spalle al governo facendolo cadere come nel 1994. E' da escludere comunque che ci sarà un rimpasto di governo per epurare i finiani, almeno stando a sentire Berlusconi mentre parla con Ronchi. Per lui "la squadra non cambia".

mercoledì 21 luglio 2010

Pubblica Amministrazione: pubbliche scuse.

Recentemente abbiamo pubblicato un articolo riguardo ad un eventuale inefficienza della Pubblica Amministrazione poggese. Con un linguaggio inappropriato ed offensivo nel suo contenuto, è stato pubblicato quello che possiamo tranquillamente definire il più grosso abbaglio che questo blog abbia mai preso.
Ci dobbiamo quindi scusare con i lettori, per aver riportato cose non corrispondenti alla realtà e, soprattutto, con chi lavora al Comune di Poggio Renatico e si è sentito, a ragione, diffamato dallo stesso. Certo, credo che sia doveroso da parte nostra spiegare come tutto ciò sia potuto accadere. Innanzitutto, ci sono stati dei fraintendimenti tra di noi che hanno compromesso la qualità dell'articolo e ci hanno fatto pensare che l'articolo potesse essere interessante. Cosa ancora più grave, l'articolo è stato scritto a caldo, quando non avevamo valutato con distacco la questione. In realtà, sui dipendenti del Comune di Poggio non c'è nulla da segnalare ed intendiamo ringraziarli per i servizi che ci vengono garantiti quotidianamente in modo efficiente. Detto ciò, ci scusiamo personalmente con tutti quelli - sia appartenenti alla PA che non - a cui ho recato danno. Faremo in modo che quanto avvenuto ora non si ripeterà. Speriamo di poter considerare chiusa la questione, pur rimanendo disponibili ad ogni chiarimento.
Martin Miraglia - Michele Masina

sabato 17 luglio 2010

Scuse su articolo dello stage nel comune di Poggio Renatico

Riporto la lettera inviata dal Comune di Poggio Renatico all'ITCS di Ferrara, dove si riportano le dichiarazioni rese sul nostro Blog (indicato nella lettera come allegato) riguardo alla sua esperienza come stage di uno studente:

"Con la presente intendo portare a conoscenza delle SS.LL. l'amara vicenda che ha conclamato il fallimento della finalità educativa che ci eravamo ripromessi con l'attivazione dello stage in oggetto, nell'ambito dei rapporti instaurati ormai da diversi anni tra scuola e Comune e che ci induce a rivedere la nostra posizione rispetto alla collaborazione sino ad ora prestata.

Il tutto prende le mosse da una discutibile e sorprendente dichiarazione apparsa su un blog locale in data 2/7/2010, che si allega integralmente alla presente affinchè le SS.LL. possano prenderne visione e che già di per sè denota lo spirito con cui lo studente ha affrontato lo stage presso il comune di Poggio Renatico: il ragazzo denomina "fogli" gli "stati di famiglia" o "certificati affini" (confondendo così documenti ufficiali con pezzi di carta), oltre ad avventurarsi in giudizi e descrizioni che certamente non gli competevano. In relazione al contenuto della dichiarazione allegata, in ordine alla quale in nostri dipendenti coinvilti si riservano di valutare se intraprendere opportune azioni di tutela, preciso quanto segue:

  • in primo luogo il Sig. Testoni, menzionato nel foglio allegato con l'indicazione persino dell'orario di arrivo e del tempo di assenza dall'ufficio con una specifica finalità non si sa bene come accertata o calcolata, è il dott. Testoni Raffaele, Responsabile d'Area Affari Generali, Servizi Informativi e Servizi Demografici del Comune di Poggio Renatico (non segretario agli affari generali) il quale, per contratto, gode di flessibilità oraria che, in relazione alle esigenze d'ufficio, gli permette di spostare il proprio orario di servizio in entrata ed in uscita, terminando la propria giornata lavorativa il più delle volte oltre le ore 19,00 come è facilmente riscontrabile dai sistemi di controllo; in ogni cado non si ritiene che il dott. Testoni debba rendere conto allo stagista della propria organizzazione del lavoro o dei propri orari di servizio...

  • lo stagista ha lamentato di essere stato adibito a lavori di basso profio quali fare fotocopie, plastificare fogli ecc... Aveva forse la presunzione di fare il Manager? Forse lo stagista non sa che per ricoprire incarichi dirigrenziali o posizioni di alto livello nella maggior parte dei casi è necessaria una dura gavetta che comprende anche mansioni esecutive e che le persone che svolgono incarichi di questo genere sono altrettanto utili e importanti, oltre ad avere pari dignità, rispetto a chi riveste posizioni apicali.

  • Lo stagista è stato affidato inoltre all'ufficio Anagrafe dove, da quanto riferitomi dalla Responsabile di Servizio, ha svolto anche compiti di non secondaria importanza (ciò che evidentemente è sfuggito allo studente), tutti debitamente documentati nel diario giornaliero sottoscritto dai Responsabili e consegnato al Coordinatore di Classe Prof. Mario Sileo.

  • Infine mi chiedo a che titolo o chi ha consentito allo stagista di entrare nell'ufficio del Sindaco per verificare gli arredi della stanza (tra l'altro non certamente rispondenti alla descrizione fattane), di aprire armadi e cassetti di pertinenza degli impiegati, di verificare il contenuto degli stessi e di violare così la riservatezza delle persone.


Le considerazioni appena svolte inducono questo ente ad interrompere, allo stato, il rapporto di collaborazione sino ad ora prestato con l'istituto scolastico da Lei rappresentato e ritengo che indurranno il Responsabile di area a rivedere il giudizio già espresso a conclusione dello stage.

Distinti saluti,

Il Direttore Generale - Segretario Comunale

Cavallari D.ssa Ornella"

Voglio precisare che il ragazzo non è iscritto alla federazione locale di Azione Giovani, nè tantomeno un simpatizzante attivo del PdL. E' stato per lui possibile pubblicare queste dichiarazioni grazie all'approvazione ricevuta da un nostro iscritto.

Oltre a questi 2 soggetti nessuno era a conoscenza di quanto scritto sul Blog, e intendiamo prendere le distanze dalle dichiarazioni fatte, che non rispecchiano il nostro pensiero riguardo all'amministrazione pubblica, e la totale estraneità riguardo agli atti di controllo sui dipendenti comunali per non si sa bene quale fine (forse la presunzione che articoli del genere ci sarebbero potuti interessare o essere utili).

Voglio porgere le scuse a nome di Azione Giovani, PDL e relativo gruppo consigliare riguardo alla pubblicazione di questo articolo e mi assumo la responsabilità per non aver adottato tutte le misure necessarie a controllare le dichiarazioni fatte: dopo questo spiacevole inconveniente prenderemo tutte le misure necessarie per il controllo e la previa autorizzazione, da parte del gruppo dirigente del movimento, di tutte le pubblicazioni sul nostro blog, per evitare dichiarazioni non veritiere, offensive o contrarie agli ideali ed alla nostra linea di pensiero che ci contraddistingue.

Andrea Bergami

Consigliere comunale PDL - Presidente Azione Giovani Poggio Renatico

mercoledì 7 luglio 2010

Calma e gesso

La manifestazione degli Aquilani di oggi è degenerata fino ad arrivare ai tafferugli, nei quali è rimasto ferito uno dei manifestanti. Quello che i manifesti anti-berlusconiani non dicono è il perché di questi scontri. Se per caso avete visto la diretta della manifestazione su Corriere.it oppure su Sky TG24 partirete avvantaggiati. Una parte del corteo, anzichè seguire il percorso stabilito e concordato con la questura si è staccato fino ad arrivare sotto Palazzo Grazioli, residenza del presidente del consiglio. Ovviamente, se una parte del corteo si stacca dal percorso rischia le mnganellate. Questa non è una cosa, ed è stata dimostrata fin dalle manifestazioni contro il G8 di Napoli nel 1994, ed è stata ancora più evidente a Genova 2002, per rimanere nel nostro territorio. Quello che è invece sorprendente è che ci siano stati solo 2 feriti e niente più, nonostante i manifestanti inveivano contro la polizia che cercava di mantenere la calma e spiegando perché essi non sarebbero potuti passare da via del Plebiscito, dove vi è appunto Palazzo Grazioli (vuoto durante la manifestazione). Alcuni dei manifestanti hanno infatti urlato: "Siamo cittadini italiani! Vogliamo passare" dimenticando che per motivi di ordine pubblico le forze dell'ordine possono limitare il diritto di movimento dei cittadini e Poliziotti di merda! è stato invece urlato da pochi altri. A queste infamie, i poliziotti hanno non hanno reagito, ma chi ha guardato le loro facce in qualche diretta capirà quanto essi fossero seccati. Intanto (dopo che Di Pietro ha cavalcato l'onda, come ormai siamo abituati a vedere), Maroni ha annunciato di voler fare chiarezza. Intanto, grazie alle forze dell'ordine.

Chi è l'imbecille?

Come riporta il sito del Corriere della Sera, il senatore IdV Barbato ha ricevuto un cazzotto sull'occhio tale da mandarlo all'ospedale. Non si sa ancora da chi sia stato sferrato, ma certamente da un senatore del PdL. Il perché Barbato abbia ricevuto un cartone in piena faccia è presto detto e facilmente identificabile col comportamento, a dir poco impulsivo, del senatore. Infatti, subito dopo il rinvio in commissione del DdL Meloni, il "valoroso" paladino Barbato ha accusato la Meloni di "essere vecchia perché ricorre a una logica di vecchia politica che fa rabbrividire anche Pomicino e Mastella". Il motivo "è che Meloni, con questo ddl, vuole finanziare la sua corrente, quella di Alemanno e del suo assessore regionale Lollobrigida che gestirà questi finanziamenti per le comunità giovanili". Immediatamente dopo, colte da un'ira inimmaginabile, Barbara Saltamartini del Pdl insieme con altre colleghe si sono scagliate sul senatore IdV. Il quale ha incassato, incartato e portato a casa un'occhio nero. Subito dopo, Fabrizio Cicchitto si è scusato a nome del PdL con queste parole "Lo faccio in primo luogo perché in tutta la mia storia respingo la violenza e in secondo luogo perché alle provocazioni di Barbato si risponde con intelligenza politica". Dopo questo noon possiamo che chiedere che l'imbecille che non si sa controllare venga punito e, possibilmente, si prenda una vacanza il più lunga possibile. Inoltre, Cicchitto ha pienamente ragione: tutti conosciamo la filosofia di Barbato e compagnie varie dell'IdV. Questi soggetti non fanno altro che provocare, anche a costo di toccare il fondo con la loro reputazione, fino a che qualcuno non li faccia passare dalla parte della ragione con questi scatti di rabbia, che, per quanto comprensibili, non possono e non devono essere perdonati. Cari senatori, dato che lo sapete, dateci un taglio. La visibilità ce l'avete già, non c'è bisogno di rincorrerla.

domenica 4 luglio 2010

Consiglio comunale del 30 giugno / Resoconto

Il 30 giugno, stesso posto, stessa ora, si è svolto l'ennesimo consiglio comunale. Anche a causa dei punti all'ordine del giorno, quest'ultimo consiglio sarà ricordato come uno dei più lunghi nella storia di questo comune. Il consiglio è durato infatti poco meno di tre ore. Comunque, l'ordine del giorno era questo: oltre alle solite approvazioni dei verbali e le eventuali comunicazioni, sono stati sottoposti a voto l'adozione del PSC in forma associata, i regolamenti amministrativi, la convenzione ad ACER sulla risistemazione degli appartamenti pubblici sfitti, la convezione coi comuni limitrofi di servizi per l'infanzia e l'individuazione degli organi collegiali. A tutto ciò si aggiungono una ratifica di giunta e il solito punto sulle interrogazioni e interpellanze.
Il consiglio comincia pochi minuti dopo le 21, preceduto dall'inno nazionale in versione ridotta lunga quanto uno spot tv. Si notano alcuni assenti tra le file della maggioranza e di Garuti per UpP. Molto repentinamente viene approvato il verbale della seduta precedente. Subito dopo, il sindaco Pavani annuncia altrettanto repentinamente che non ci sono comunicazioni dirette al consiglio. A questo punto inizia il terzo punto all'ODG, quello sul PSC. Il Piano Strutturale Comunale è (detto in parole povere) quel documento che definisce l'urbanizzazione del paese negli anni futuri. In pratica, è l'evoluzione del vecchio piano regolatore. Le novità del PSC, oltre a quella di essere stato fatto in forma associata insieme ad altri comuni (punto del quale Pavani si è vantato oltremodo) sono che esso scadrà nel 2023, prevede un tetto massimo di 11200 abitanti per Poggio Renatico, prevede di edificare nell'area rurale ad est di Poggio verso la Cispadana, la quale diventerà un'autostrada regionale. Il PSC inoltre prevede che l'espansione di Poggio avvenga seguendo una struttura centrica e non lineare. Il PSC è stato approvato all'unanimità. Subito dopo si e' passati all'approvazione della convenzione con Acer sugli appartamenti pubblici sfitti. Semplicemente, ACER si impegna a risistemare gli appartamenti pubblici sfitti e riconsegnarli al Comune il quale a sua volta lì cederà in prestito ai richiedenti. Questo punto viene approvato a maggioranza. Subito dopo è la volta della convenzione con i comuni limitrofi su una collaborazione sui servizi psico-pedagocici per l'infanzia. Questo punto viene approvato all'unanimità. Immediatamente dopo, vengono rinnovati gli organi collegiali, le quali deleghe sarebbero altrimenti decadute circa un quarto d'ora dopo il dibattito. Anche qui, plebiscito di sì, ma bisogna tenere conto che l'ora tarda raggiunta ha avuto su alcuni consiglieri di ambo le parti l'effetto di renderli molto più accondiscendenti. A malignare, si potrebbe dire che è quella della privazione del sonno è stata un'ottima tortura. Successivamente, dopo la votazione a maggioranza della delibera di giunta e una veloce interpellanza del consigliere Brunello, Sani chiede al sindaco tramite un'interrogazione se esso fosse a conoscenza del motivo per cui non sono ancora cominciati i lavori in VIA Uccellino. Contemporaneamente, sindaco e vice scuotono la testa in modo parallelo al terreno.