venerdì 16 dicembre 2011

Congresso Pdl, diretta web

Dalle 10 del 17 dicembre la Giovane Italia di Poggio Renatico seguirà in diretta il congresso del Pdl ferrarese (almeno fin quando non finirà o le batterie non si scaricheranno).

martedì 18 gennaio 2011

Afghanistan, La Russa rompa gli indugi e spieghi cosa ne sarà della missione

Pochi minuti fa ci ha raggiunto la notizia che un soldato italiano è morto a seguito delle ferite riportate dopo uno scontro a fuoco nella base di Bala Murghab, in Afghanistan. È la trentaseiesima vittima italiana.
La dinamica pare ricordare quella della morte di Matteo Miotto, caduto meno di due settimane fa.
E allora, dopo il silenzio assordante della mancanza di commenti da parte delle forze politiche, è ora di rimettere in gioco alcuni dogmi sulla missione e vedere se nel frattempo sono diventati anacronistici.
L'ultimo dell'anno, alla notizia della caduta di Miotto, il ministro della difesa Ignazio La Russa, oltre alle condoglianze di rito, seppur sincere, si fece strappare dai cronisti la frase "Trentacinque vittime sono troppe, ma dobbiamo assolvere gli impegni presi a livello internazionale e mantenere la pace". È evidente, se non la confusione, quantomeno il dubbio.
Ora che, dopo quasi dieci anni, dopo oltre 20 miliardi di euro spesi per le forze armate, dopo che una missione di pace ci è costata, finora, in termini umani, 36 vite, bisogna ritornare a chiedersi se ancora ne vale la pena.
Il ministro non sembra tanto d'accordo ma acconsente a causa degli "impegni internazionali", con frasi così in chiaroscuro che non si capisce se la sua idea sulla missione sia chiara o scura.
Il ministro deve quindi, d'intesa con il consiglio e con il parlamento, con uno scatto d'orgoglio, rompere gli indugi e schierarsi nettamente a favore o contro la missione, dopo le uscite recenti, assumendosi la responsabilità delle sue scelte. È un atto dovuto all'Italia intera.

lunedì 17 gennaio 2011

Punto di non ritorno

Non vi farò nessun sermone o predicozzo sula vita sessuale di Berlusconi. Si sa già tutto, se poi siete anche lettori di Repubblica avreste anzi da insegnare al sottoscritto.
Ad ogni modo il caso Ruby ha segnato un punto di non ritorno per la politica italiana. Non per forza in negativo, sia chiaro, ma è evidente che non sarà possibile continuare a queste condizioni.
Prima di tutto bisognerebbe spiegare come mai il Consiglio Superiore della Magistratura, circa un mese fa, abbia archiviato il caso in quanto non erano state ravvisate pressioni da perte del Presidente del Consiglio alla Questura di Milano. Questo nonostante il ricorso (e le conseguenti polemiche) della Fiorillo, PM che si occupò della minore e ne aveva deciso l'affidamento a una comunità.
Un'altra stranezza si ravvisa poi quando si conoscono i capi d'imputazione dell'Onorevole Berlusconi: concussione e prostituzione minorile. Per il primo reato aveva già parlato il CSM, per il secondo ci pensa la stessa Ruby, che in un'intervista su Repubblica di Sabato ha affermato con forza ai cronisti di non aver mai fatto sesso con il Presidente. Potrebbe essere una sceneggiata, ma i colpi di scena sono la norma, quindi aspettiamo a piangere o a festeggiare.
Terzo, e qui iniziamo ad avvicinarci ai punti salienti. Il Corriere della Sera, in esclusiva, annunciava Venerdì mattina tramite il suo sito internet della condizione legale del Presidente del Consiglio. La notizia è stata poi ripresa dagli altri quotidiani subito dopo il comunicato stampa della Procura. E il punto è proprio questo: nei giorni successivi, Corriere e Repubblica si sono sfidati a colpi di intercettazioni pubblicate o raccontate, di notizie in anteprima, di interviste esclusive.
Più precisamente, il Corriere si faceva passare i bigini sullo stato delle indagini, Repubblica le intercettazioni.
La mole di notizie è stata impressionante: il problema è che nelle stesse è presente, un po' troppo spesso la formula "secondo fonti interne agli inquirenti". Più di qualcuno deve spiegare come mai, nonostante le indagini sia ancora in corso e quindi coperte da riserbo, siano state date in pasto alla stampa centinaia di intercettazioni, due comunicati stampa, la richiesta di perquisizione al "tesoriere di Berlusconi" inviata alla Camera oltre ovviamente alle infinite prese di posizioni da parte più o meno di chiunque.
Se poi consideriamo che il rimedio a tutto ciò, la legge bavaglio, è una schifezza al pari della prima iniziano i problemi. Ai garantisti e ai liberali la decisione su quale delle due ipotesi sia la peggiore.
Infine, c'è da notare (non che sia difficile, lo ammetto), il come la vita privata di Berlusconi non abbia occupato, ma completamente saturato la cronaca parlamentare. Quasi tutti i partiti d'opposizione cercano di far cadere il governo sincronizzandosi con la magistratura, cercando di spingere la barca proprio quando passa l'onda, vivendo alla giornata come mai prima d'ora.
Intanto il PdL si interroga (qualcuno non si interroga nemmeno e si perde a sognare) e tenta di abbozzare una difesa d'ufficio che, se nei tribunali può funzionare, non pare si possa dire lo stesso sul fronte dell'opinione pubblica.
Sono ormai tre giorni che non si discute di un singolo atto parlamentare e, sebbene i lavori in aula si concentrino tra il martedì e il mercoledì, questo è un segnale inquietante.
Certa è una cosa: non può più accadere di nuovo. Meno certo è che non sarà più così.



giovedì 13 gennaio 2011

Cosa sappiamo su Marchionne, Fiat, Fiom e tutto il resto

Tra poche ore, nello stabilimento Fiat di Mirafiori, inizierà ad aver luogo il referendum degli operai per accordare o meno il "sì" all'accordo tra i sindacati e la stessa Fiat che rivede le condizioni contrattuali dei dipendenti.
Ma andiamo con ordine e facciamo chiarezza.

Perché vi è bisogno di una specie di nuovo contratto collettivo?
Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, ha portato l'azienda fuori da Confindustria, con cui era già in rotta da tempo.
Per questo il contratto collettivo dei metalmeccanici, frutto di un accordo tra sindacati e Confindustria, non ha più valore legale per la sua impresa (inteso come vincolo).

Perché si parla ancora di Mirafiori? Non era stato trovato l'accordo a fine 2010?
Sì e no. In realtà l'accordo di fine 2010 (siglato il 23 dicembre) era solo tra i sindacati e l'azienda sul nuovo contratto. La FIOM poi, anche a Dicembre si era rifiutata di firmare l'accordo stesso.

Perché vi sono tutte queste proteste da parte degli operai?
Gli operai (non tutti e, pare, non la maggioranza) sostengono le posizioni della FIOM, la quale accusa senza mezzi termini Marchionne di essere un dittatore, un ricattatore, e di voler ledere i diritti dei lavoratori dipendenti. In realtà il malcontento è trasversale a quasi tutti i sindacati, i quali però ritengono, a differenza della FIOM, che l'equazione sia "benefici maggiori di rischi".

Cosa cambia per gli operai Fiat?
Svariate cose. Innanzitutto vi è la questione delle pause: al posto di due pause da 15 minuti e una da dieci, vi saranno tre pause da 10 minuti. Tuttavia, i dieci minuti mancanti (circa 32€ al mese) verrebbero integrati allo stipendio.
Oltre a ciò, uno dei punti caldi è quello del primo giorno di malattia. Se infatti entro la fine di giugno 2011 l'assenteismo non scendesse sotto la soglia del 6%, l'azienda si riserva di non pagare il primo giorno di malattia ai lavoratori che, almeno due volte in un anno sono risultati assenti per malattia (breve, di non oltre cinque giorni) il giorno prima del riposo feriale, dell'inizio delle festività o delle ferie.
I turni inoltre vengono aumentati da due a tre per sei giorni e saranno obbligatorie 120 ore di straordinario annue, anziché 104 (40+64 con accordo RSU).

È un buon compromesso per i lavoratori Fiat?
Indubbiamente sì, anche se bisogna intendere le logiche imprenditoriali e operaie. È evidente che per gli operai, sebbene comporti qualche sacrificio, il nuovo "contratto collettivo Fiat" non è malvagio, e quello che toglie lo integra in busta paga. Inoltre tutto ciò darebbe il via a ingenti investimenti su Mirafiori, migliorando così le condizioni degli operai oltre che del sistema paese. In ogni caso poi, se i "no" vincessero, la possibilità che Fiat possa delocalizzare la sua produzione in Canada è molto alta, come confermato da Marchionne. Anche volendo, da questo punto di vista non hanno alternativa.

Perché la FIOM (e i suoi iscritti) accusano Marchionne di togliere diritti ai lavoratori?
Perché la FIOM, giudicando l'accordo irricevibile e non firmandolo, sa che, in base all'accordo stesso, non avrebbe agibilità sindacale, ma verrebbe rappresentata da sindacalisti dei sindacati firmatari nominati in parti uguali.

Come si permette Marchionne di ricattare i lavoratori minacciando la chiusura dell'azienda?
Da un punto di vista imprenditoriale, è tutto nella norma: dove vi sono ostacoli per la produzione (in termini di costi, diritti sindacali ecc.) la scelta più coerente è scegliere un altro posto dove produrre. Marchionne può inoltre fare la voce grossa dall'alto dei suoi successi imprenditoriali con Fiat degli ultimi anni e grazie al fatto che Fiat è fuori da Confindustria e può quindi assumere decisioni autonome.



lunedì 3 gennaio 2011

La polenta del contadino - XI Edizione




Francesco Visentini e Tonino Buriani, anche quest'anno, per l'undicesima volta, organizzano il tradizionale incontro di degustazione della polenta fatta come si deve.
Sabato 8 gennaio 2011 dalle ore 18.00 alle ore 23.00
presso il campetto coperto a fianco della Chiesa Abbaziale di Poggio Renatico

E' un appuntamento al quale i poggesi e moltissimi non-poggesi sono oramai abituati, essendo il primo - in ordine temporale - incontro gastronomico dell'anno nella nostra zona.
Questa volta si è deciso di allargare l'offerta, proponendo un menù completo di primo, secondo e dessert a fronte di un contributo di soli 10 Euro a persona (la metà per i ragazzi sino a 12 anni).
Di seguito il menù:
- Pasta asciutta con il tradizionale ragù di maiale
- Bis di Polenta: "unta" con ragù e parmigiano e "arrosto" con pancetta ai ferri
- Acqua e Vino
- Brazadèla o ciambella fatta in casa
Essendo gli organizzatori, Francesco e Tonino, nostri sodali e prestando la mano d'opera l'intero gruppo consigliare del PDL, pubblichiamo l'evento in questo blog ma... vogliamo precisare: questo evento non ha carattere politico.
E' solo una bella occasione d'incontro a cui tutti sono invitati.
Gli scorsi anni hanno partecipato parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e comunali anche di partiti nostri avversari e tutti sono stati sempre i benvenuti! Incontrarsi per valorizzare prodotti del nostro territorio non ha colore politico ma è un'occasione "trasversale" per stare in compagnia.
Cominciò undici anni fa, con pochissimi amici, in piazza di fronte al bar di Francesco. Negli anni hanno partecipato sempre più persone e da quattro anni a questa parte, grazie alla generosità della Parrocchia (sino a poco fa retta da Don Gianni), abbiamo potuto organizzarla meglio, accogliendo gli ospiti sedendoli a tavola al caldo del "tendone" situato nel campetto a fianco della nostra bella Abbazia.
Questa festa, nel tempo, è cresciuta grazie al passaparola e, con il recente avvento dei social-network, è andata oltre la mera manifestazione "poggese", divenendo una delle serate a tema più conosciute nelle provincie di Ferrara e Bologna.
Vi aspettiamo assieme ai Vostri familiari ed insieme agli amici che vorrete portare a condividere una serata di sana gastronomia e di salutare compagnia!
Buon Anno, Buona Epifania e Buona Polenta a tutti!